[piko!] pone di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
oggi ho una macchia nera su una gamba. credevo fosse sporco, invece è un livido. però non mi fa male!
oggi sono stanco.
per la serie: metriche che vale la pena d'ascoltare, sulla linea di ricerca per l'identità poetica del rap italiano...
incredibile ragazzi, ogni tanto su myspace scrivo a turi, also known as salvatore scattarreggia, chiedendogli di invitarmi a casa sua a viterbo. allora gli invio anche il testo della ghost track, ovviamente con tutti le mis-interpretazioni del caso, e lui che fa?! me lo invia corretto, in questo messaggio:
"ti ho corretto il testo,e comunque se avessi comprato il mio cd originale ci trovavi anche questo testo dentro..ehehehhe... bella turi"
eh si, è proprio un grosso.
yo what’s up paisa’, what u think: am i fuckin' stupid? gangsta this e gangsta that... e poi vi spagnati u vi lavati a facci cu l’acqua frisca a matina... c’mon testa i minchia! this joint is dedicated to all italian american people right there calabres italo dialecto, canzuni i l’asprumunti...
...i understand, you lost again!
listen passengers, we’re messengers ca' scarpina forget about it compari e dassa a gutti china yo! mangia pastina, ca' u culu poi si spana voi u ‘rrivi a domatina man? u got respect the words of honor! shit is heavy, bullets in the loader, sette e sessantacinque if u wanna cross the border gimme my loot cuz my part is just a quarter that’s the code of the street. don’t u like? torna a scola! omu i gissu, ti vidu troppu o spissu this and that, chissà e chistu tu dassu o crucifissu, sutta nu fagu is worst than in kabul, fuck around with trouble, mi dasti troppu spagu, agenti! u wanna a license? quali patenti! eu non sacciu nenti, ti interru se ti penti this ain’t no fiction no fantasy like quentin ya lookin’ for pacino cu' stecchinu ammenz’e’ denti? this is for my people, cristiani d’ogni tipu, from africu to vibu, wanna buy me for a nickel? stakes are higher, yo' ass is under fire, we flippin’ out ya mind and your father say: mannaia! that’s reality, no soprano comedy, rhymes in higher quality, non ti piaci: sparati! ora preparati u gotta time to spend to? e pagami u café’ ca parru ieu cu' collocamentu...
...ok, we go with the next one...
e quandu parru forzi vui non capisciti e non guardati a me mugghieri cuz' i know she’s lookin pretty a madonna u vi perduna pe minchiati chi faciti mister turi is in your town and got the sound ill amici puliti. so tell me who the fuck is the boss of your city siti storti e ribusciati pe' cazzati chi diciti volivuvu sparati e poi inchiodati nte’ pariti cu' du' botti a pallettoni e poi si llordanu i vestiti... u put the water on your fake plastic pistol mentri eu mentu cori quando cantu e fazzu chistu ti senti professori just because ya' drinkin cristal? ieu mbivu vinu russu comu u sangu i gesu’ cristu! so keep it real pe’ figghioli i l’asprumunti chi collani i quattru chilli e poi 'nte mani cincu punti e forzi è megghiu ca ti fai 'na para i cunti: tu voi merda 'nte mutanti e poi nu' bucu sup'a frunti!
come visualizzare nel browser i commenti e gli amici di un preciso utente di myspace, quando questi non compaiono nella pagina del suo profilo.how to view all comments and friends list of a myspace profile, even when they are hidden by the user.alcuni utenti su myspace.com hanno preso ad eliminare i blocchi dei commenti e degli amici dai loro profili personali, a causa di stalkers, dissers e quant'altro. gente insomma che cerca disperatamente di farsi i ca**i degli altri, che insulta o che genera infinite faide, commento dopo commento. some users on myspace.com presents profiles without comments list and friend list blocks, because people (called stalkers) disperately gather informations to diss other users, creating flames and even riots when commenting.in effetti questo tipo di persone ci sono, e bisognerebbe lapidarle. il fatto però è che è possibile nascondere, ma non rendere irraggiungibili questi blocchi. so, this kind of people still exist... we can't do anything. but the fact is that these blocks can be hidden, not disabled.in caso qualcuno di voi sia così innamorato del profilo bersaglio, basterà conoscere il numero univoco che identifica l'utente. come lo trovi? leggendo l'indirizzo che appare nella barra di stato del tuo browser preferito, quando passi il mouse sopra ad uno degli 8 link del blocco in cui compare "aggiungi agli amici" e/o similari. in case someone is completely in love with such a profile (...if someone can be in love with a person he, or she, does not even know), it is useful to know an exact number that identifies every profile: the user id. when performing a mouse-over action over a link, every browser shows information about the link on the status bar. we can use this information to reach the hidden pages and to know the user id. let's analyze the block containing the "add to friends button", that every myspace profile has.ovviamente, nella richiesta di inviare un messagio, la richiesta che si invia al server è del tipo: clicking on "send message", we send to the server this query:
http://messaging.myspace.com/index.cfm? fuseaction=mail.message&friendID=*******
vuol dire che tu, che sei rappresentato dal "friendID", sei il mittente del messaggio (l'azione fa parte del dominio messaging, ed è evidenziata dall'azione mail.message). it means that you, represented by "friendID", are the sender of the message.nel caso di richiesta di amicizia, avremo: in case of friend requeste, we have:
http://collect.myspace.com/index.cfm? fuseaction=invite.addfriend_verify& friendID=*******
vuol dire che tu, che sei rappresentato dal friendID, sei il richiedente (l'azione fa parte del dominio collect, ed è evidenziata dall'azione invite.addfriend). it means that you, represented by "friendID", are requesting the operation "invite.addfriend".ma quando si vogliono effettuare azioni sul profilo, è necessario che la query contenga l'id del profilo stesso, come ad esempio accade quando vogliamo dare un voto alle foto dell'utente, ovvero nell'ottavo pulsante: when a user has to perform an action on the selected profile, the query must obviously contain the user id of the selected profile. for instance, this happens when clicking the 8th button, permitting to rate user photos:
http://collect.myspace.com/index.cfm? fuseaction=RateImage.UserRating& UserID=*******
questa query vuol dire che si richiede la lista delle immagini uploadate dall'utente proprietario del profilo, indicato però non con il nome (richederebbe una manutenzione impossibile) ma con il numero corrispondente. userid è allora proprio il numero che ci interessa, e ci permette di individuare univocamente l'utente che ci interessa. in this query "userID" is a number that identifies the desired user.semplicemente, lo utilizzeremo per visualizzare la lista di amici: now, simply use it in copying/pasting the query for friends list:
http://friends.myspace.com/index.cfm? fuseaction=user.viewfriends& friendID=*******
oppure per visualizzare tutti i commenti: or to view all comments:
http://comment.myspace.com/index.cfm? fuseaction=user.viewComments& friendID=*******
sostituendo agli asterischi il numero che individua l'utente che ci interessa. substituting asterisks with the user identification number previously found.nota bene: il blocco delle azioni che ogni profilo myspace contiene, è una immagine con sovrapposta una mappa cliccabile. nel caso in cui nell'immagine, visivamente, sembrino mancare alcuni collegamenti, sappiate che è la mappa cliccabile ad essa sovrapposta che ne determina, appunto, le funzionalità. se infatti proverete a passare con il mouse dove vi aspettate che ci sia la voce "vota utente", ovvero in basso a destra nel blocco, scoprirete che il cursore cambia e troverete l'indirizzo nella barra di stato del browser. non scrivere alcune voci nella grafica del blocco azioni, è quindi un trucco che può trarre in inganno solo un bambino. note: the actions block, contained in every myspace profile, is a graphic file overlayed by a clickable html map. it is the map that determines the hot spots on that image. some profiles may not contain, at a first sight, all the actions, because they are not written in the graphic file, that is the background of that block. but hovering the mouse pointer over the location in which we expect the "rate user" link, we found that the cursor changes, and the link in written in browser's status bar. so, the link is here, even when the image does not show it. this trick can work only with a newbie...
ecco una lettera trovata in giro per la rete. ma non su un sito qualsiasi, sul sito di un compaesano.
lode al signor pompeo che, nonostante non sia più un ragazzino, si ingegna ad usare internet da provetto webmaster [:)]. la presente non vuole essere offensiva nè satirica: sono solamente entusiasta di come una persona, che di certo non viene dalla generazione del nuovo millennio, sia riuscita - anche con gentile ingenuità - a farmi fare una grossa risata. forza alessandro!
copio ed incollo, compresi gli errori di ortografia e di sintassi.
Alla cortese attenzione del Signor Bill Gates.
La invito ha intraprendere tutte le azioni atte a correggere il V/o “correttore grammaticale automatico”, nel programma Microsoft Office 2000, inserendo “FERENTINO”, antichissima e storica Città D’Arte, situata in Italia in provincia di Frosinone, ma purtroppo sconosciuta alla Microsoft, ed eliminare “FERMENTINO” parola sconosciuta anche nell’ultima edizione del vocabolario Zanichelli (serie di cd rom per Windows), ma che il correttore grammaticale la inserisce automaticamente al posto di “FERENTINO”, così come “BARTOLI”, principale strada della città, cambiata in “BATOLI”, che creano in me un vivo disappunto verso il Suo programma.
Eclatante dimostrazione di quanto asserisco, e relativo danno di immagine che ne consegue per la città di Ferentino, si rileva nell’opuscolo edito dal FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano) stampato e distribuito in occasione della prossima “XII Giornata Fai di Primavera”, a pag. 31 ultimo rigo, è riportato “FERMENTINO” al posto di “FERENTINO” (copertina opuscolo e pagine 29/31 allegate). E’ un evidente errore, per quanti conoscono la città di Ferentino e usano i Suoi programmi, causato dal correttore automatico contro la volontà di chi, alla tastiera del computer in quel momento, ha scritto “FERENTINO”.
Dopo aver avuto prova della correzione, da parte della Microsoft e relativa rivalutazione di immagine di FERENTINO, inserito nel correttore automatico, invito il sig. Bill Gates a visitare FERENTINO per ammirare il “Testamento di Aulo Quintillio Prisco” ( 52-117 d.C.), primo sistema di comunicazione di massa scolpito su pietra, senz’altro di Suo interesse, e tantissimi altri monumenti storici.
RingraziandoLa invio cordiali saluti,
Alessandro Pompeo
è un genio, vuole spostare il mondo da solo. ma basterebbe aggiungere la parola al dizionario utente con l'apposito tasto. però, se chi scrive non conosce ferentino? il tanto odiato "fermentino", può mica essere il congiuntivo "che essi ferméntino"? dubbio amletico. ed eccolo allora che ci riprova... e scrive una poesia direttamente a Bill Gates, anche se la scelta dell'indirizzo email è discutibile. un uomo, un retore, un martello e: "finchè si martegli, té-da batt'!"
To: info@microsoft.com.us,
Oggetto: “Ferentino” è il nome di un’antica e storica città d’Arte; “Fermentino” è stato generato solo recentemente dalla Microsoft!
Alla C. A. del Sig. Bill GATES c/o Microsoft Corporation
Gentile sig. Bill Gates,
mi permetto farLe rilevare che, nonostante la continua escalation, la Sua Microsoft continua a perdersi in un bicchiere di acqua! Difatti, a quanti Le hanno permesso questi enormi traguardi, manca “quel tocco di genialità in più” necessario per far si che il “correttore grammaticale”, del programma “Microsoft Word”, contempli i nomi esatti delle città.
Ritengo che la mia e-mail, inviataLe all’indirizzo “Ferentino è una città d’Arte; Fermentino è una parola sconosciuta”, non Le sia stata portata all’attenzione. Ed allora intendo portare a conoscenza a chi, del Suo Staff riceve la presente, trattenendola, che: “Ferentino” è il nome di un’antica e storica città d’Arte, da sempre situata in provincia di Frosinone, nel Lazio, in Italia e che, grazie alla sua primordiale civiltà e cultura, avrà senz’altro contribuito a che la Microsoft generasse il vocabolo, insignificante, “Fermentino” oltretutto inserito al suo posto!
E’ chiaro che, chi sa dell’esistenza di “Ferentino”, imposta il “correttore grammaticale” del suo PC a non variarlo, ma mi chiedo: “perché spesso sui giornali, in articoli preparati al PC da personale molto qualificato, al posto di “Ferentino” è scritto “Fermentino”? Ma allora il programma “Microsoft Word” è di difficile impiego se anche persone qualificate incorrono involontariamente nell’errore? E’ certo che con la macchina da scrivere non sarebbe accaduto. Perché all’incolpevole tastierista, Microsoft Word, permette di imporre vocaboli privi di logica e significato che lui mai avrebbe scritto e tanto meno pubblicato sui giornali?
E’ che il “correttore grammaticale” è una raccolta di parole insignificanti e quel suddetto “tocco di genialità in più”, è necessario ai programmatori della Microsoft per eliminarle e trovare così lo spazio necessario per inserire i nomi esatti delle città. Nello stesso articolo de “Il Messaggero” del 11.02.05 invece di “Aquino”, altra città importante della provincia di Frosinone, è scritto “Equino” (Tradotto in inglese: equine, horse!); sul sito www.ilmessaggero.it, cronaca di Frosinone 2^ pagina, leggere articolo dal titolo: “Verso il voto”.
In attesa di riscontro Le invio cordiali saluti,
Pompeo Alessandro
sono senza parole: un'impresa titanica, la cittadinanza le è debitrice. grazie.
post scriptum: e specialmente per la traduzione dell'unica parola "horse" in una lettera interamente in italiano inviata a non si sa chi, ma di sicuro non a redmond...
atto primo: la notte. l'altra notte le pecore non sono rientrate. questa estate hanno pernottato spesso fuori dalla stalla, sulla collina, all'aperto. l'altra notte sono state aggredite da un gruppo di cani. le pecore scappano in maniera casuale, non ragionano sulla giusta direzione da seguire. si sono buttate da una piccola scarpata verso il laghetto: la pecora nera miracolosamente ha raggiunto a nuoto l'altra riva, il montone e la pecora più giovane e bella del gruppo si sono invece attardati. i cani abbaiavano, zio pietro non ha dormito granchè. uscito fuori di casa, accesa la luce, il gruppo di cani randagi si è dileguato, per poi tornare e scomparire di nuovo.
atto secondo: la mattina. al conteggio mancavano il montone e la pecora giovane. erano ancora nella scarpata, in riva al laghetto, tra i rovi. zio pietro non è più agile come una volta, ma prima di chiamare i soccorsi ha pensato bene di farsi strada a colpi di macete tra la vegetazione. il montone, imbragato, è risalito poi sulle proprie zampe: ferito solo alla coda, non sembrava nemmeno troppo spaventato. ma la pecorella... mancava di un pezzo di muscolo alla natica destra, un morso profondo in cui entrava un pugno. aveva poi uno strappo della pelle all'articolazione dell'anca, che le scopriva a carne viva il muscolo dell'interno coscia sinistro. portata di peso sulla stradina, non sembrava troppo grave: aveva perso poco sangue e, seppur impaurita, stava in piedi.
atto terzo: il ricovero. il dilemma era se sopprimerla immediatamente o provare a curarla. la pecora non poteva esser macellata, perchè non si sa mai quali malattie porta un cane. ed era anche incinta, motivo in più per fare un tentativo. non voleva muoversi, restava accovacciata nel punto in cui l'avevamo fatta risalire, mosche su mosche che le ronzavano sulle ferite. le porto del granturco, suo cibo preferito, ma nulla: lo annusa soltanto. decido allora di costruirle un ricovero a casetta con della rete attorno in modo da non far entrare le mosche. quando torno si alza di scatto per la paura e si nasconde dietro un alloro. decidiamo allora di legarla, la prendiamo con una coperta pesante da sotto la pancia, in modo da non strapparle ulteriormente la ferita, la appoggiamo distesa in una carriola e la portiamo al ricovero.
atto quarto: cure mediche. lavo la pecora non troppo accuratamente: se il dolore non mi turbasse così tanto avrei fatto il medico di guerra, non l'ingegnere. euclorina, acqua ossigenata e pomata. provo a tagliarle la lana, ma non faccio altro che procurarle altre ferite, perchè inevitabilmente taglio anche i brandelli di carne penzolanti. provo a bruciare la lana attorno alla ferita, ma è troppo grassa e non prende fuoco. lo squarcio non mi sembra troppo pulito, è scuro. chiudo la pecorella nel ricovero e chiamo mio padre. vista la ferita, dice che bisogna richiuderla immediatamente ed evitare che le mosche depositino uova.
atto quinto: la sutura. faccio il giro delle farmacie: nessuno che abbia ago e filo da sutura. l'unica è andare all'ospedale e chiedere un prestito di favore, ma non è possibile. mio padre chiede a tutti i suoi amici e solo il giorno dopo otteniamo il necessario. di notte la pecora scappa, la riprende zio pietro il mattino seguente. un paio di mosche riescono ad entrare anche attraverso tre passaggi di rete fina. decidiamo di operare. stesa sul tavolino, la pecorella si dimena. mio padre la lava con la lancia idraulica: grumi di sangue sul piano di vetro del tavolino. prende il bisturi ed alla prima incisione escono pugni di vermi bianchi, come se la carne li stesse vomitando. bagna il tutto con litri di disinfettante, i vermi continuano ad uscire dall'interno della carne, come se avessero scavato dei tunnel, invisibili perchè intrisi di sangue. sono abbastanza disgustato e decido di tenere solo la pecora per non farla muovere. mio padre con una certa dedizione elimina i vermi uno ad uno, lava e disinfetta. taglia i brandelli e la lana per ricomporre i lembi e sutura. la pelle della pecora è coriacea: l'attrezzatura chirurgica invece è per l'uomo ed è necessaria una certa veemenza per richiudere la ferita. mi pungono anche delle zanzare, che schiaccio sul braccio in strisce di sangue. asciugo mio padre che suda, spettinato ed insanguinato com'era. la pecora si agita per la paura ed il dolore, respira soffiando, apre e chiude gli occhi, sembra che sudi. in uno spasmo, finisce per defecare sul tavolino, proprio nella zona in cui mio padre stava operando. le narici ingrossate, le tolgo con un fazzoletto del muco che mi sembrava esser più che altro sangue. giannino aiuta mio padre a mani nude, noncurante di tutto il sangue e la merda che finisce sul banco di vetro. zio pietro scaccia le mosche e pulisce il piano grossolanamente.
atto sesto: accanimento terapeutico? la pecorella sbuffa e prova più volte a rialzarsi ma è legata. chiedo a mio padre se era possibile anestetizzarla ma, al di là delle dosi necessarie, mi dice che non conosceva gli effetti dell'anestetico sugli animali, che avrebbe potuto ammazzarla con una puntura. provavo un certo senso di compassione, perchè capisco in macelleria, dove gli animali son morti, ma certi schizzi di sangue non te li scordi. a vedere il filo che scorreva nella carne, e la ferita ben chiusa, ricomposta, anche il disgusto era passato. ma quando mio padre, girando la pecora, ha deciso di passare all'altra gamba, il sentimento è mutato. a ripensarci, mi aumenta la salivazione. la pelle, staccatasi dal resto, aveva lasciato il muscolo scoperto in una intercapedine di circa quindici centimetri. all'incisione, fuoriesce forse un chilogrammo di vermi gialli, arricciati, grandi quanto cinque centesimi di euro. ho dovuto voltarmi dall'altra parte, e non so come mio padre possa avere il coraggio di restare indifferente davanti a certe cose. mi guarda, e penso che forse non è più il caso di continuare. la pecora tremava, ogni tanto girava gli occhi verso l'alto, non sarebbe servito a granchè stare un'altra ora e mezza ad operarla. le faccio un'ultima carezza, faccio un cenno a zio pietro e gli dico che vado a prendere il trattore.
atto settimo: il delitto pecorella. mio padre mi dice: "l'ho fatto solo per te. ci abbiamo provato, la speranza era poca". in effetti il compito più spiacevole era toccato a lui, aveva già dato tutto quel che poteva. zio pietro mi chiede di prendere il coltellaccio, quello con cui si scannano gli animali, ma non era troppo convinto. arrivo con il trattore, la fossa l'aveva già scavata lui. gli chiedo se almeno potevamo evitare di spargere altro sangue lì sotto al porticato, davanti alla cantina. prendo la pecora, l'adagio nella benna, la porto sotto il cachi, dietro alla fornace, dove avevamo approntato la buca. mio padre lava il tavolo operatorio, zio pietro mi segue con il coltello ma arrivati sul posto non ha il coraggio di ucciderla. "chissà" mi dice, "forse fra tre settimane avrebbe anche partorito. aspettiamo tuo padre". la pecora è immobile e fredda nella benna, quel grumo di vermi che le brulicano nella carne nera, putrefatta. la testa schiacciata contro il metallo, mi guarda, chiudendo gli occhi lentamente. gliela sporgo sulla fossa, la giro a pancia all'aria, arriva mio padre. dice che lo farà lui, zio pietro è titubante, in fin dei conti ha ottant'anni e non ha mai ucciso un solo animale. tutti i compiti ingrati a mio padre: le pianta il coltello nella gola e con un movimento semplice e deciso le recide l'arteria, il sangue schizza nella buca, la pecorella stramazza. alzo la benna e finisce sepolta. all'atto ero sul trattore e fortunatamente non ho visto tutto nel dettaglio. manovro con mestizia e la ricopro con la terra mossa. il funerale è fatto, ce ne andiamo tutti in silenzio, con il dubbio che avremmo potuto farcela o che forse sarebbe stato il caso di ammazzarla subito ed evitarle queste sofferenze.
scendo al ricovero e lo smonto: puzza di sangue coagulato e varichina, merda e pecora. puzza di morto insomma. sento quell'odore pregnante fisso nelle narici, decido di bere un bicchierino di qualcosa di forte, che mi bruci gola e gusto per cancellare quel ricordo. lavo i guanti di mucca con sapone e varichina, faccio correre la piena nel capanno con la pompa grossa del laghetto, mio padre sterilizza gli strumenti e mi saluta. penso tra me e me se sia il caso di soffrire così. penso allora di essere per l'accanimento terapeutico: vivere è vivere, fanculo il dolore. è quasi buio, zio pietro mi chiama. "marcolì, basta... stà a finì l'acqua del laghetto!", tutto come prima.
che forte mio padre, oh. tutti i compiti ingrati, a lui.
questa è un'idea per container-art, la propongo per il festival enzimi a roma. il progetto intende citare una tipologia di videogioco che ha fatto storia su internet: il genere "escape the room". un minuscolo oggetto luminoso, posto in fondo al container, attrarrà gli spettatori nella stanza, che verrà bruscamente chiusa da un addetto in borghese, mischiato tra il pubblico. all'interno della stanza saranno posizionati una certa quantità di oggetti, un arredamento minimale ed ovviamente anche una esposizione di qualche mio lavoro. i partecipanti, 3/5 alla volta [dipende dalle dimensioni del container!] dovranno cercare gli indizi [molto semplici da usare e da trovare], fino alla chiave che li porterà fuori. è prevista la possibilità di inserire una luce [con interruttore nascosto] dimodochè i partecipanti non saranno al buio. tanto con i telefonini ce ne sarà fin troppa. immagino già qualcuno a carponi a cercar di capire cos'è quel che si trova sottomano. dal punto di vista tecnico, visto che il container è a nolo e non può esser perforato o dipinto, ci sarà una luce rossa che lo tingerà [proprio alla crimson!], un minuscolo sistema audio con rumori d'ambiente, un gruppo elettrogeno fuori. il container da 5 metri e mezzo mi sembra abbastanza largo: pareti di lamiera grecata e pavimento in legno. potrebbe essere un'idea quella di appendere oggetti che rivelano scritte con luce di wood oppure ultravioletta, così quando i partecipanti lo scoprono riescono a leggere anche il perchè si trovano chiusi lì dentro. oppure qualche lampo di strobo ogni tanto. magari qualcuno risulterà impaurito, ma questo non può che favorire l'interazione tra i partecipanti, catapultati in una tipica scena da "ascensore bloccato". è previsto un tempo massimo, 7/9 minuti per uscire, dopodichè la porta sarà aperta. c'è anche la possibilità che io stesso possa entrare con alcuni dei partecipanti e confonderli, impaurirli, tranquillizzarli, raccontargli storie ed aneddoti, ed improvvisare. essendo poi una stanza, ci saranno oggetti da me costruiti, se possibile anche uno schermo lcd con videoproiezioni [che sarà spento, ma se i partecipanti lo capiscono...] e soprattutto i miei prodotti agricoli: miele, vino ed olio. così la gente si mette anche a proprio agio e magari non vuole nemmeno più uscire... più interazione di così!
scrivo solo per diffondere la voce.
italia.it, il "portalone" del turismo è costato 58 milioni di euro [nemmeno un kolossal del cinema, nemmeno 20 kolossal del videogioco, nemmeno la linea c della metropolitana di roma, nemmeno il restauro dei musei vaticani] e verrà chiuso a breve. quantomeno abbian la decenza di lasciarlo così com'è: seppure un furto, toglierebbero di mezzo anche quel poco che è stato creato. andate a leggervi tutto su scandalo italiano. vi dico questo: ci vuole la rivoluzione, s'ha da uscire con il forcone e fare una carneficina. nel frattempo vi invito ad installarvi winhttp track, a scaricarvi l'intero sito italia.it, che poi lo rimettiamo in piedi noi utenti.
salve gente, quest'anno sto partecipando [e mi piazzo sempre] ad un sacco di concorsi.
però alla fine non vinco mai, e mi servono finanziamenti... comme fò?!
sono arrivato finalista all'adobe design achievement award [adaa] di san diego, california, ma la mia università non mi ha sponsorizzato affatto, e quindi niente viaggetto.
mi sono piazzato agli european logo design awards [eulda].
ho trasmesso una serie di miei video alla notte bianca di roma al palazzo delle esposizioni, in via nazionale, riaperto appositamente per l'occasione [presto un articolo sull'argomento: non potete capire che figata].
stò presentando due video [plastic suicides & plastik suicides vol2, assieme ad andrea doppio erba di hiphop.it] per mtv qoob e speriamo di vincere i soldini in palio.
l'idea geniale dell'articolo precedente [il container crimson room] è arrivata al festival enzimi di roma, speriamo me la producano.
ho realizzato una serie di disegni per carte da parati [vi chiederete: ma cosa c'entra?! c'entra, c'entra, poi un giorno capirete...] ed ho cominciato a guardarmi in giro per un videogioco per la cei [la conferenza episcopale italiana!]
per il resto si lavora sodo e si studia: mi raccomando ragazzi, studiare è importante. studiate qualsiasi cosa.
aggiornamento: come andò a finire.
fu così che nulla di tutto questo si concretizzò. olè!
qoob disse che avevamo utilizzato canzoni delle quali non detenevamo i diritti, la cei si è anchilosata nell'ennesima riedizione dello stesso testo, enzimi non ha più finanziamenti.
il bello però è che la carta da parati l'ho venduta ed ho fatto bei soldini.
simply edit pluggable.php file contained in /wp-includes.
search for strings "your username and password" and "wordpress" [without brackets, generally shortcut is ctrl+t or ctrl+f], and change it to the name of your site/blog or whatever. bye.
kevin d. mitnick began his computer escapades at an early age when he joined a small group of local hackers in the suburbs of los angeles ca. he demonstrated his skills to piers by breaking into the monroe high school computer and altering the grade point averages. his legal troubles began when he hacked into the north american air defense computer system in colorado at age 17... the year was 1981. shortly after, he had advanced into phone phreaking with an insatiable appetite for telephone switching equipment. to obtain the classified information he needed on the telephone switching computers, mitnick broke into the corporate offices of pacific bell and obtained computer manuals, and software, on the cosmos and microport computer systems. because of his young age, he had avoided sentencing this time.
advancing his skills into the late 1980's, mitnick evaded authorities until 1989. fbi agents were collecting evidence that mitnick and a friend named dicicco, had stolen highly secret software programs, and research manuals, from digital equipment corp. also mentioned were 17 internal access codes owned by mci long distance network systems. mitnick and dicicco were arrested, and the u.s. magistrate in la ordered mitnick held without bail, stating that "when armed with a keyboard, he posed a threat to the community".
the assistant u.s. attorney said "this person is very dangerous, and needs to be kept away from a computer". detective james k. black, head of the l a police department's computer crime unit said of mitnick "he is several levels above what you would characterize as a computer hacker"
now at age 25, mitnick was sentenced to one year in a minimum security facility by judge mariana r. pfaelzer of the u. s. district court in los angeles ca. dicicco had turned witness against him... the year was 1989. judge pfaelzer also ordered mitnick to regularly attend rehabilitation sessions, relating his addiction to computer break-ins to that of a substance abuser. federal prosecutors also obtained a court order restricting mitnick's phone privileges while in jail, for fear that he might get access to an outside computer. harriet rosetto, the director of the rehabilitation facility said "hacking gives kevin a sense of self-esteem that he doesn't get in the real world, there was no greed or sabotage involved... he's like a big kid playing dungeons and dragons".
one year later, mitnick was released from the facility and assigned a probation officer. reportably, strange things began to happen... the probation officer's phone was suddenlydisconnected, and the phone company having no record of it. a judge's credit record at trw inc. was unexplainably altered. records of mitnick's arrest and conviction could not be found on the court's computers at santa cruz ca. mitnick jumped his probation and fled the country to visit hacker friends in israel... once again, a man in trouble.
returning to the u.s., fbi agents obtained a search warrant and closed in on his calabasas ca. residence in september of 1992. mitnick was suspected of violating his probation, and hacking into the computers of the california dept. of motor vehicles. authorities also believed that he was responsible for a cracking an army computer system, and gaining access to fbi records, another incident that coincided with mitnick's technique. by november of 1992, kevin mitnick had disappeared from the face of the earth... again, a wanted man by federal authorities. leaving a trail of clues close behind him for the next two years, the fbi believed that mitnick had simply created a series of false identities. armed with his knowledge and skills at cracking computer systems, this would be an easy task.
bits of his presence began to emerge again in mid 1994 when motorola's cellular division reported that copies of their cellular control software had been taken from a breached computer system. dan farmer, creator of the dreaded "satan" software program that searches for weaknesses in network computers, said that someone had broken into his computer system and stolen an early un-released version of the software. techniques of the break-in were typical of kevin mitnick.
on december 25th, christmas day, 1994, the news traveled fast to tsutomu shimomura, a security expert at the national supercomputer center in san diego ca., who was vacationing in nevada at the time. his personal computer system, linked via the internet, to the supercomputer center, had been altered. how could this have happened to one of the country's top experts on computer security?... the shame of it all!.
shimomura's personal voice mailbox was also compromised on dec. 27th, and an erie disguised voice said "damn you! my technique is the best... don't you know who i am?... me and my friends... we'll kill you!". almost sounding as if there were two people on the voice message, another voice said "ok boss, your kung-fu pretty good!" poking fun at shimomura's nationality.
newspapers worldwide were filled with stories of the newly discovered flaw in internet security called " protocol spoofing". once shimomura discovered how the intruder had broken in, he immediately notified others of the technique. the intruder, (kevin mitnick, of course) had first cracked a "trusted" computer at the layola university of chicago. "trusted" means that this particular computer was authorized to access files from shimomura's computer in california. file transfer commands were sent out from the "trusted" source to access hundreds of highly secretive security software files from shimomura's computer. once this had taken place, mitnick moved the files into a dormant account at "the well", a large internet provider for the san francisco bay area in california. also taken, and stored in "the well" account, were 20,000 + credit card accounts of netcom, inc., many belonging to silicon valley millionaires.
a systems operator at "the well", on january 27th, 1995, noticed an unusually large amount of data in an account that was normally almost empty. bruce koball, a programmer for the freedom and privacy group, one of the account's owners, was contacted to inspect the contents of the data. koball was shocked to find shimomura's files, and contacted him shortly after discovering the data. federal authorities were contacted when the credit card accounts were discovered, and shimomura was ready for revenge. the fbi's data base came up with a list of possible suspects, but kevin d. mitnick was one of a few at the top. since the break- in had seemed to be only a "power play", and not for financial gain, the fbi began to suspect mitnick over others on the list. one of mitnick's "rules of thumb" was never to keep incriminating data on his own machine. another clue that made mitnick a suspect, was the cellular phone control software files, also found in the account.
shimomura, personally insulted, and his reputation injured, began to set a trap for the prowler. first, the intruder's voice was posted as a sound file on the internet for all to hear... shimonura knew that by intimidating him, his ego would finally bring him out into the open. next, a 24 hour monitoring computer was set up to record any unusual activity at "the well". armed with a team of federal authorities from the fbi and national security agency, shimomura would patiently watch as the bandit returned again and again across the screen. the trap had worked and the bait was taken. another altered voice mail message was left on shimomura's mailbox mockingly saying... "ah tsutomu, my learned disciple, i see that you put my voice on the net... i am very disappointed my son...".
carefully tracing each attack, shimomura and his team of experts along with kent walker, the u.s. assistant district attorney from san francisco, obtained subpoenas to wiretap calls. the intruder seemed to be in colorado, but with skills of this type it was hard to tell. as experts watched each break-in, it became clear that the security of netcom and "the well" had seriously been compromised. "the well" has since updated it's server to a new sun sparc 100e because of the incident.
by feburary 14th, 1995, authorities had traced their suspect to raleigh, north carolina. with the assistance of sprint cellular technicians armed with cellular frequency monitors, a signal was traced to an apartment building at players court near the raleigh durham airport. a federal warrant was obtained for it's resident... an alias of course... but still, kevin d. mitnick.
mitnick was now a victim of his own ego. he was already wanted in california from previous charges of breaking into the california dept. of motor vehicles computer systems. surrendering peacefully to fbi agents in the middle of the night, mitnick was arrested on feburary 15th, 1995. his computers, software, books, notes, and cellular phone equipment, all seized for evidence. authorities awed in amazement as they uncovered the methods in which mitnick had slipped through their systems. a cellular modem was used to dial into a sprint cellular site on the reverse channels, these are the channels usually reserved for mobile to base communications. mitnick then dialed into a gte switching office and re-routed his call to colorado where he dialed into a netcom internet connection. this made tracing the calls almost impossible to even to best of experts in the field. on the internet, mitnick could then connect to thousands of computer networks world wide.
as shimonura and mitnick met for the first time in a raleigh north carolina federal courtroom, mitnick looked at shimomura and said "hello tsutomu, i respect your skills", to which shimomura reluctantly nodded his head.
at the fifth conference on computers, freedom, and privacy, held on march 28th, 1995, in burlingame, ca., kevin mitnick was a hot topic in discussions on high level network security. chairman carey heckman said "mitnick has created a sputnik like urgency for higher computer security. comparing mitnick's break-ins, and lack of better security, to the russians beating the u.s. in the 1958 space race with the sputnik satellite.
once called a "computer terrorist" by the dept. of justice, mitnick has been the subject of several books, articles, and movies including "war games" and "johnny mnemonic".
on july 10th, 1995, kevin mitnick was to be tried on a 23 count federal indictment charging him with crimes such as wire fraud, computer fraud, cellular phone fraud, and using illegal telephone access devices to divert toll costs. already wanted for previously violating his probation, mitnick's violations included other charges covering six jurisdictions, and facing a maximum of 20 years for each of the 23 counts.
update:infamous mitnick! browsing about the best business cards, i discover that mitnick stole one of the best designs ever: a little lockpicking set molded in the shape of a card. booo!
something i feel that is extremely important is graceful degradation (or progressive enhancement, if you prefer). essentially what that refers to is marking up a document in such a way where any reader would have no idea they may or may not be having a different experience than someone else while at a particular site. what could cause one reader to have a different experience than the next? one thing could be whether or not a specific browser plugin is installed (flash, for example) or if a specific technology were enabled (javascript, css).
of course there are many things that can’t completely gracefully degrade, but it’s still important that those things don’t totally fail and/or ‘break’ your page. their inclusion should be as transparent as possible to your readers. worst case scenario could be that you provide your reader with a message that the particular document requires javascript to operate and that you must have a javascript-enabled browser to use it. in the case of flash, instead of the ugly ‘browser plugin needed’ sections that may overlay your intended swf, you could provide a more graceful notification to your reader and provide a link to download the latest flash player.
how do you provide alternate content?
many articles have been written on the best way to provide alternate content. the various methods have their pros and cons as always. i have my personal choices for which technique to use as i’m sure you do too. what i’d like to do is bring up the methods i’m currently using, and leave the floor open for critiques and suggestions based on your personal methods.
flash: unobtrusive flash objects and swfobject
there has been much debate over time as to which method for including flash is best. andrew kirkpatrick posted quite a lengthy writeup comparing various techniques that is worth a read. of all the techniques, i lean towards unobtrusive flash objects. i was first introduced to ufo by a co-worker some time ago, and personally think it’s the way to go when it comes to including a flash piece into your website. ufo is best defined by its author:
ufo is a dom script that detects the flash plug-in and embeds flash objects (files with the .swf extension). it has its roots in the web standards community and is designed to support w3c standards compliant, accessible and search engine friendly web design. it also contains several features and best practice techniques that other scripts currently don’t have. ufo is free, licensed under the cc-gnu lgpl and an open source flash project.
the ufo site offers a large amount of information regarding why you should use something like ufo over previous methods of including flash in documents. it is an extremely comprehensive solution and in my opinion, the best one out there. not only does the script detect the presence of flash, you can designate which version of flash your swf is using as to not display a partially functioning flash piece to your readers.
there’s also swfobject (formerly flashobject)
another method for progressively enhancing your document with a flash movie would be swfobject (formerly flashobject). essentially swfobject and ufo do the same thing; they use a combination of javascript and xhtml to provide plugin checking and swf inclusion. it may be because i was introduced to ufo first, but i prefer using it to swfobject. they each sport a slightly different syntax, but operate in a very similar fashion.
internet explorer benefits
whether you decide to use ufo or swfobject, the benefits for internet explorer alone should be quite desirable. as you probably know, internet explorer now provides what is referred to as an active content update which is an invasive technique requiring a user to make an extra click in order to enable a variety of technologies, flash being one of them. both ufo and swfobject act as ‘workarounds’ to this, and can provide a beneficial experience to your reader.
fallbacks to the technique
with just about every pro there is a con, and this situation is no different. as you can see, the technique depends completely on the presence of a javascript enabled browser. some people would find this limiting in and of itself, because flash is a completely different technology and it is entirely possible for a reader to have the flash plugin installed and browse with javascript disabled. in my personal opinion, the dependence on javascript should be looked at as a positive. not only can it detect whether or not a reader has flash installed, it can determine which version of flash they have too. those benefits alone, for me, outweigh a reader seeing the ‘missing browser plugin’ dialog on any browser.
graceful degradation of javascript
graceful degradation with javascript, i think, takes a bit more thought. with flash, it’s basically a matter of creating your swf, providing it a container in your markup (along with your alternate content), and then including ufo (or swfobject) with the correct parameters. the script takes care of the rest. with javascript, it’s a different ballgame. as the developer, you need to put some thought into how things are going to work. you need to put some time into testing with javascript disabled to ensure that all of your visitors have the best possible experience.
javascript methodologies have come such a long way, and there are many ways to ensure that your scripts gracefully degrade. there have been entire books written on the subject that offer completely great advice that should be taken into consideration by any web designer/developer. each case will be different in appropriate alternate content to provide, and some thought should be put into each one. if javascript isn’t completely essential, don’t tell your user that the page requires javascript. re-examine what the page is doing and compensate if you need to. just because ajax (yes, real ajax) is the latest buzzword doesn’t mean you should break things just to say you use it.
in conclusion
the point i’m trying to make is that in this era of ever advancing web technologies, it’s still extremely important to provide alternate content. readers come first, above your javascript animations and flash movies. while it’s completely great to offer those enhancements, there is a lot you can do to make sure a reader isn’t faced with any barriers when it comes to a site you put together. in the end, as always, it’s up to you.
mettiamo il caso che io sia un ventenne.
e mettiamo che studi una facoltà scientifica, che mi piaccia arte, comunicazione e grafica, e che sia amante di musica, cinema, videogiochi e libri.
mettiamo che abbia una certa idea di legalità, pochi soldi in tasca, tanta voglia di fare.
e la necessità lavorativa di servirmi di certi strumenti, per ricerca ed evoluzione personale.
e la necessità spirituale di alleviare tutte le sofferenze e le frustrazioni di cui la vita è disseminata.
mettiamo che voglia esser al passo coi tempi, che voglia anche svagarmi un pochino, e che non abbia troppe pretese nello stile di vita.
mettiamo anche che riesco a metter da parte 20 euri al mese e decida di privarmi di una discreta bevuta e mangiata, in favore di una connessione internet a banda larga, ipotizzando già il possesso di un computer.
mettiamo infine che abbia l’intenzione di guadagnare una certa autonomia rispetto al nucleo familiare, o che comunque mi scocci un pò esser continuamente foraggiato da mammà.
e che faccia questo ragionamento per un anno.
e che voglia limitare il problema solo ai soldi, in una visione parziale, non considerando nemmeno tempo e pazienza.
e che voglia esser buonista, approssimando e stimando le spese per difetto.
veniamo ora alle tesi [dopo tutte stè ipotesi…].
c’è la retta universitaria che son 1.400 euro.
ci sono i libri, almeno 1 per esame, per 3 esami ogni ciclo, per 4 cicli con il nuovo ordinamento.
un libro originale costa dai 30 euro in su, per 12 libri fan 360 euro, quindi diciamo almeno 400 poichè la stima è veramente bassa [fisica dello stato solido di charles kittel costa ad esempio 59.90, quindi da sola vale 2 libri!].
fotocopiati invece costerebbero tra i 5 e i 10 euro l’uno, e la quantità in genere aumenta, perchè uno se ne va in biblioteca, se li fa prestare e se li fotocopia, per studiare di più, capirci qualcosa e soprattutto vedere oltre. quindi diciamo 25 libri a 7 euro l’uno, fan 175 euro.
ipotizziamo anche un tot di fotocopie e dispense stampate con il computer, per il costo di un toner: 70 euro.
abbiamo però una linea adsl, e conosciamo perfettamente .pdf e .djvu, e pure chi li ha inventati [siano lodati]. abbiamo scaricato il mulo o il torrente e cerchiamo i nostri buoni libri. ampliamo la nostra biblioteca a 5.000/6.000 volumi, con qualche ricerca ed un cero alla madonna per gli amici russi che scansiscono pagine dalla mattina alla sera: dopo dici lo stakanovismo.
pur mettendoli a 10 euro l’uno [impossibile, vista la qualità delle pubblicazioni che si trovano] abbiamo un risparmio di 50.000 euro.
capisco che non avremo mai il tempo di leggerli tutti, ma è bello regalarli agli amici, che son cose sempre graditissime.
quindi diciamo 40 libri: risparmiamo comunque 1.200 euro. e poi guadagnamo tutta la cultura che ha un valore inestimabile.
ci piace il design e l’arredamento, la tecnologia ed i computer, quindi ci scarichiamo anche un pò di riviste, dacchè leggerle in bagno sullo schermo del pc è una goduria. science, nature, scientific american, le scienze di le monnier, le infinite riviste di pc, typo magazine, private, elle, casabella, domus e architecture&design. magari anche qualche fumetto e qualche libro strano, tipo quelli sugli accostamenti di colore, sull’aerosol art oppure sugli scacchi, che son proprio figate.
un abbonamento da studente a science costa 75 dollari, moltiplicato per tutte queste riviste e libri, fanno 700 euro buoni di risparmio.
aggiungiamoci anche l’affitto che son tra i 300 ed i 400 euro, quindi 3.600 euro annui.
ci son poi le bollette, ad almeno 50 al mese tra gas [ehm… cosa?!], luce ed acqua. quindi 600 euro, ricordando che tutti questi conteggi sono stilati su base annua.
non stiamo consideriamo il mangiare ed il vestire, ma almeno la macchina si! rigraziando papà che naviga tranquillo in prima categoria, paghiamo 350 euro di assicurazione, più 136 di bollo per la nostra [nostra…del papà!] diesel mille-e-quattro.
no, la benzina noooo…! andiamo piano, non cazzeggiamo troppo, non facciamo i tamarri [che le gomme costano anche più della benza!] e mettiamo 10 euro a settimana [uguale viaggiare proprio a risparmio!]: 520 euro annui, un autentico miracolo con i tempi che corrono.
ma c’è anche chi la macchina non ce l’ha. ok, facciamo conto che stiamo a piedi: 1 euro al giorno per i mezzi fanno 300 euro annui, ricordando però che il birg costerebbe ben 9 euro, e che con un bit puoi fare una sola corsa in metro. ma complicheremmo troppo la questione.
meglio comprarsi una bicicletta: 50 euro una tantum e si viaggia tutto l’anno. e una cerata impermeabile. e guanti e giubbotto. e pure una bella catena col lucchettone da 10 euro, và!
ora: la nostra vita sociale fa abbastanza schifo, quindi pur volendo evitare tutte le feste a pagamento [ovvero precludersi qualsiasi club e serata con buona musica, dipende dai gusti] non ci resta che sederci sul bordo di un marciapiede, per terra a largo degli osci, oppure andare ad un rave! in genere ai vernissage si mangia gratis: non una cena, ma è qualcosa. alle presentazioni dei libri no. alle sedi dei partiti politici solo in casi eccezionali. alla mensa della caritas se dai una mano nessuno ti negherà mai un piatto di pasta e fagioli. certo, se siamo fighetti il goa costa 20 euro, se siamo sensibili un concerto di pianoforte son 50 euro, se siamo acculturati l’opera ne costa 200. il museo vaticano 25 euro quindi no… potremmo andare al cinema!
a proposito, abbiamo conosciuto un ragazzetta proprio a modo e magari riusciamo ad accordarci per un film. scopriamo che il cinema in prima costa 12 euri: - gasp! - lasciamo perdere! ma non ci scoraggiamo: abbiamo sempre internet, no!? al di là del fatto che la rete sia abbastanza ignorante per quanto riguarda la pellicola [il 90% è porno, di quello più squallido che ci sia] diciamo che con pazienza e nottate a scaricare, ci facciamo una nostra bella collezioncina di 1.000 film storici, belli, importanti, spensierati, come vi pare: che ognuno ha i suoi gusti ed è meglio così. 600 film, per 5/6 a dvd, sono 100 dvd, alla modica cifra di 13 euro comprati di contrabbando: che qualcuno aveva pensato bene di alzare i prezzi perchè i dischi li comprano solo i pirati.
tutto questo ha un costo di gestione, ma con i 12 euro di un singolo dvd, il ragazzo in questione ne compra uno spindle di 50. e risparmia una cifra stratosferica: 100 film a 10 euro l’uno, fanno 1.000 euro! e chi ce li ha!? e in più possiamo godere di qualsiasi videoclip musicale, scempiaggine, pubblicità o programma-televisivo-che-ci-siamo-persi [tipo la divina commedia recitata da benigni, oppure sabina guzzanti censurata, oppure beppe grillo che non lo vuole nessuno in tv] quando vogliamo [qui i più maligni aggiungerebbero il porno gratis… ma noi si tralascia allegramente]. e la tv la buttiamo, che tanto non la guarda nessuno.
anzi, ci giochiamo ai giochetti vecchi! per una serata con gli amici maschietti è l’ideale: rimediamo una vecchia consolle a cartucce, o scarichiamo il mame con i suoi infiniti roms. e ci portiamo a casa in un botto 20 anni di giochi pixellosi, con cui siamo cresciuti. dovendo comprarli originali [lasciamo perdere i prezzi di allora, cerchiamoli su ebay] scopriamo che possiamo trovare una consolle tipo la playstation con 20 giochi discreti, di cui 3 belli, a 150/200 euro. ed un super mario per nes a soli 3 euro. ed un coin-op con golden axe a 170 euro. quindi facciamo 50 bei giochi a 5 euro l’uno [ma dai!!!]… quel diamine di mame vale 250 euro! più un sacco di risate insieme…
oppure facciamo un lan party con un bel punta & clicca, oppure uno sparatutto in prima persona: son pur sempre 49 in tasca, al prezzo di un pò di impazzimento per le crack sempre più arzigogolate che si inventano. mettiamo 5 giochi l’anno, son altri 200 euro buoni.
comunque, cinema e videogiochi a parte, spendiamo tutti i nostri risparmi in un lettore mp3 da 200 euro [trovato miracolosamente indovinate dove?!], e ci buttiamo dentro tutto quel che ci piace. ah, dimenticavamo: la musica!
la musica è la cosa che fa proprio di più di qualsiasi altra per uno studente. ti tira su, ti da la carica, ti viene incontro quando vuoi deprimerti, ti rilassa, ti fa compagnia quando sei solo, o cammini, o sei sui mezzi, o c’è rumore. la musica ti piace un sacco. consumi un sacco di dischi: ne hai 3.000! come, tremila!? ma se costano 10 euro l’uno [a dir poco…]! ma son 30.000 euro di roba! e mettiamo che all’anno se ne ascoltino 100, son pur sempre 1.000 euro di risparmio.
il ragazzo in questione lo sa benissimo che non è uguale ad un cd originale, ma quando può quelli originali, proprio quelli che lo han salvato in quel momento strano della vita e che son dischi che si porterebbero nella tomba… beh, se li compra per davvero. ma solo quando arrivano a costare 5 euro perchè son diventati dei classici.
ma ora basta a fare gli spendaccioni. bisogna lavorare sodo perchè, pur risparmiando un sacco di soldi e permettendoci dei lussi - forse non ce ne accorgiamo - incredibili [vorrei vedere leonardo, mozart o rimbaud con tutto stò materiale cosa avrebbero mai combinato!], bisogna metter qualche lira in saccoccia. anche perchè non possiamo risparmiare dei soldi che non avremmo da spendere!
allora, il ragazzo dell’ipotesi dicevamo che tiene molto alla sua formazione: si documenta, si accultura, impara il fai da te che è meglio e si impegna. scarica software costosissimi [quando non disponibili open source ovviamente] che però impara ad utilizzare leggendo manuali [scaricati] e walkthrough [scaricati] e guardando video di spiegazioni [scaricati] e partecipando a forum [ah, meno male, questi sò gratis]. mettendo insieme tutta la voglia di fare, le conoscenze acquisite con le giuste letture [infiniti libri e riviste specialistiche di arte, fotografia, tipografia] ed i software ecco: potenzialmente si potrebbe trarre guadagno, realizzando lavori per altri.
partiamo dal più classico degli esempi: il sito dell’amico commerciante. i libri per studiare dhtml, xml, java, ajax, asp, php e pure action script li abbiamo già considerati. ma i programmi: no!
la suite per design o web di adobe, che è il punto di riferimento [anche perchè, avendo acquisito macromedia, ha abolito la concorrenza] costa pur sempre più di 4.000 euro, e qui non ci piove: non ci sono sconti sulle licenze ed il software è indispensabile.
e pur facendo ricerche che durano mesi in cerca di risorse valide che siano anche gratuite, mettiamoci che c’è la necessità di fotografie da stock, al prezzo di 3 euro l’una. più un set di illustrazioni vettoriali a 50 euro. più il font giusto per il logo al prezzo di 60 euro. più un particolare plugin al prezzo di 40 euro. più un cms o modulo flash al prezzo di 150 euro [santo open source! che Dio ti benedica!]. più il template al prezzo di 100 euro [ma sappiate che possedere un template unico può costare anche 2.500 euro]. qui siamo su cifre astronomiche!
e si può andare anche oltre sul software, per chi studia materie scientifiche è pane quotidiano: matlab viene 2.400 euro, mathematica 1.800 dollari. 3d studio max costa 3.000 sterline addirittura. maya 7.500 dollari. per non parlare di ableton live o adobe premiere, sempre gettonatissimi. nel portatile di uno studente [che ha un certo tipo di interessi] girano quindi tranquillamente almeno 20.000 euro di software pirata l’anno. tutto a fin di bene, perchè i ragazzi studiano, sbagliano ed imparano.
l’importanza educativa di tutto il materiale che consumano i giovani di oggi è innegabile.
ora il ragazzo dell’ipotesi non ha grandi vizi, all’infuori del sesso sicuro, ma che vizio poi proprio non è. niente fumo, niente erba, niente cocaina, niente eroina, mdma, speed, lsd, peyote ed altre droghe esotiche e/o artificiali. se avesse una sola di queste necessità, partirebbero almeno altri 300 euro, con in più un malessere psicologico enorme nel caso il piatto piangesse.
il succo di tutto è: ma questi soldi, chi ce li ha?! e chi ce li da?!
facciamo il totale: siamo intorno ai 18.000 euro di materiali di consumo, tutti a dir poco indispensabili alla vita di oggi, finalizzati all’esser inseriti in una società [appunto, quella del consumo! non siamo ipocriti…] dinamica, ad esser al passo coi tempi ed avere le competenze giuste [soprattutto quelle extracurricolari] per il mondo del lavoro. se il lavoro non c’è, possiamo sempre arrangiarci con tutte le cose che abbiam imparato scaricando e scaricando materiale. tutto al prezzo di 240 euro di banda larga, 800 euro di computer ed una piccola obiezione di coscienza. piccola perchè questo sistema è veramente troppo più grande del ragazzo dell’ipotesi e troppo malvagio ai suoi occhi.
robin hood sindaco allora.
e pensare che in questo non è compreso in alcuna maniera vitto e vestiario, e tutta una serie di altre cose [ad esempio possibilità di avere un compagno/a, e le inevitabili, interminabili telefonate] che quantomeno non ci fanno pensare allo stato di frustrazione in cui viviamo [commentate su quel che mancherebbe, e su quel che è a carico della famiglia!].
ma la cosa più grave di tutti è che, con questo sistema, il ragazzo in questione non potrà mai permettersi di rischiare il poco denaro che possiede in una sua attività, investendolo in idee. per avere 18.000 euro l’anno, bisogna lavorare, ed anche sodo: e chi lavora sodo non studia. un ricercatore universitario prende 816 euro al mese, che fanno 10.000 euro circa l’anno. e pensa alla stabilità di una casa, una famiglia, degli investimenti in idee ed attività.
quali soluzioni allora?
non ci siamo proprio, non vi pare?
per il pensierino di natale, vi posto una bella conversazione attualmente calda su qoob: ma gli artisti, chi li paga!? qual è il loro rapporto con i soldi? cosa se ne fanno dei soldi? ma perchè non vanno a lavorare? queste ed altre misteriose domande per l'uomo comune. ovviamente mi son wetgraphique.
schlock comincia con questa email, a seguire i commenti. lo sapete che ci piace tanto chiacchierare di queste cose con gente che ragiona a soldoni, senza troppi francesismi. perdonate il linguaggio, che non è proprio in tono con i testi qui presentati, ed i commenti un po'... come dire... debolucci.
25/12/2007 HEY QOOBER, LO FACCIO SOLO PER SOLDI
Categoria: Collaborazioni
ESEMPIO DI SCAMBIO EPISTOLARE VIA QOOBMAIL:
QOOBER X: ciao gianluca come va? finalmente ho internet, come va? comunque ti devo parlare di alcuni progetti che mi servirebbe una base musicale per quello horror ti ricordi, magari ti mando qualche pezzo del video cosi ti fai una idea,fammi sapere ciao
SCHLOCK: sì ma solo se c'è un compenso... ciao*
QOOBER X: ciao gianluca ti auguro buone feste,comunque non ho capito il tuo ultimo messagio ciao
SCHLOCK: ciao XXXXXXXXX, lo faccio per soldi! aguri *
COMPOSIZIONE/PRODUZIONE/POST PRODUZIONE DI UNA TRACCIA ORIGINALE (CON ACCREDITO): DA 130 EURO A 200 EURO
COMPOSIZIONE/PRODUZIONE/POST PRODUZIONE DI UNA TRACCIA NON ORIGINALE O COVER (CON ACCREDITO): DA 80 EURO A 120 EURO
COMPOSIZIONE DI MUSICHE PER AUDIOVISIVI: DA 2 EURO AL SECONDO A 5 EURO AL SECONDO
SOUND DESIGN PER AUDIOVISIVI: DA 40 EURO A 80 EURO ALL'ORA.
EDITING AUDIO: 20 EURO L'ORA
I PREZZI SONO MERAMENTE INDICATIVI, POSSIBILITà DI FORFAIT O DI RIDUZIONE DEL COMPENSO PER ESIGENZE DI BUDGET.
IN CASO DI MANCATO ACCREDITO PER LAVORI DA "NEGRO", "PREZZOLATO", "GHOST WRITER" I PREZZI SONO DA RADDOPPIARE.
IN CASO DI ACCREDITO, LO PSEUDONIMO DA UTILIZZARE è GIANLUCA "SCHLOCK!" LICCIARDI. IN DETERMINATE OCCASIONI, VERRà CHIESTA LA POSSIBILITà DI PUBBLICIZZARE IL DOMINIO WWW.GIANLUCASCHLOCKLICCIARDI.COM
SI ESAMINANO ANCHE OFFERTE DI PRODUZIONI NO-BUDGET, MA DEVO ESSERE "DAVVERO" INTERESSATO.
ASTENERSI PERDITEMPO O GENTE CHE CREDE CHE GLI ARTISTI DEBBANO LAVORARE PER FORZA GRATIS. NON MI AVRETE MAI. QUANDO ANDATE A COMPRARE IL PANE, LO PRETENDETE FORSE GRATIS O CERCATE DI RUBARLO?
PS. NON ME NE FREGA NIENTE SE QOOB "suggest you to collaborate with videomakers [...] - NON CI SONO DENTRO.
+ LA VOSTRA OPINIONE IN MERITO MI INTERESSA DAVVERO. POSTATE QUI, GRAZIE
25/12/2007 16:41 - SCRIVO IO IL PRIMO COMMENTO, BY schlock
OK?
25/12/2007 17:01 - CAZZo BY massimocoloso
C'HAI PROPRIO RAGIONE, ADESSO MI COPIO IL TUO PREZZIARIO E LO APPLICO PURE IO. Cmnq e' vero, molta gente pensa che certe cose noi le si debba fare aggratis. Tempo fa, alcuni frequentatori abituali del duomo della mia citta', ebbero a ridire che chiedevo 20 euro ( che miseria ) per suonare ad una messa. Dissero che "per la chiesa" potevo farlo gratis ,AFFANCULO gli ho risposto, mio padre quando per anni mi portava a lezioni di pianoforte credete che me le facevano gratis??e chissono io BABBO NATALE?
25/12/2007 17:31 - giusto massimo BY schlock
il mio prezziario è chiaramente una provocazione. io non ne ho mai usato uno, perché credo molto nella personalizzazione della cosa. ma dei soldi comunque ci vogliono. ebbasta!
25/12/2007 18:09 - giustissimo BY dr_deejay
completamente d'accordo...
se uno fa qualcosa a gratise è xkè è davvero un botto interessato...
altrimenti il lavoro va pagato, sempre...ekkecazzo
26/12/2007 11:04 - giusto BY schlock
e abbasso gli accattoniiiiiiii
26/12/2007 21:36 - max 59 caratteri BY wetgraphique
schlock, condividiamo.
in genere a tempora, quando un cliente prova a fare il prezzo di un quadro, noi glielo imponiamo al doppio.
se lo vuole se lo prende.
ma se gli serve se lo prende al doppio, così impara a far l'accattone, che è proprio il termine esatto.
buone feste dal circolo degli anziani.
26/12/2007 21:43 - anzi, a questo punto... BY wetgraphique
postiamo anche un esempio sulla pochezza di certi individui.
prima email:
ti faccio una proposta,
ti chiedo di crearmi un sito, un lavoro di presentazione partendo da delle mie immagini
un lavoro che parte dal tuo estro e cretivita senza limiti
in cambio ti offro una mia opera firmata e autenticata dal mio archivio
le mie referenze e biografia sono consultabili nel sito
mi piace scambiare professionalità, passioni.
fammi sapere ciao
rispondiamo che un sito internet è un lavoro molto ampio, per il quale di certo non basta una stampa fotografica 20x30.
seconda email:
nn ho capito perchè hai quantificato il valore del tuo lavoro
alcune mie opere superano di molto anche il valore di 2500 euro
e io nn ti ho chiesto quanto facevi pagare un tuo sito
cmq nn importa era una proposta dove il denaro nn aveva assolutamente valore di scambio solo competenze diverse che si scambiano nell'amore del proprio lavoro _baratto_
rispondiamo che una fotografia non può esser reinvestita in altri progetti, nonostante molti di noi siano collezionisti.
terza email:
la capisco
mi scusi per il disturbo che le ho arrecato
buon lavoro
come cambia il tono, eh?
27/12/2007 12:11 - mi conforta sapere BY schlock
che il problema investe anche professionisti come voi...... mi piacerebbe sapere se all'estero è diverso da così. grazie per il vostro contributo,
27/12/2007 12:44 - ..semplicemente... BY onzapa
..chi dice che l'arte è solo una esigneza dell'anima si barrica dietro un romanticismo che non fa più ridere nessuno perchè l'arte è anche una esigenza dello stomaco. non voglio essere disfattista, ma realista. vivo nel quasi 2008 e non posso tapparmi occhi e orecchie. potere alla consapevolezza.
PS scusa schlock, volevo scriverlo qui ma l'ho mnadato a te cmq, ripeto a tutti voi,
27/12/2007 12:59 - il fatto è che... BY wetgraphique
sembra che il pubblico medio si sia fatto l'idea che l'artista sia un produttore d'arte, come piu' o meno il calzolaio lo e' di scarpe. si dovrebbero quindi produrre cose simili a quelle che sono gia' state etichettate in precedenza come opere d'arte? comprendiamo questa vaga richiesta ma, ahime', e' proprio quanto l'artista non puo' fare. qualcuno cerca di comprare maldestramente quel che non riesce a concepire ma che desidera per apparire. critici e raffinati additano invece all'artista l'unico compito della creazione di un qualcosa di nuovo: e se potessero concretizzare la loro idea, ogni opera rappresenterebbe un nuovo stile, una nuova teoria, da includere in una categoria il prima possibile. mancando fini piu' determinati, anche i piu' dotati tra gli artisti odierni sembrano talvolta arrendersi a queste imposizioni. ecco la ragione ultima per cui i moderni si lasciano sedurre dalle piu' disparate teorie, vecchie e nuove, sulla natura dell'arte. il punto e' pero' un altro: alla lunga la novita' non e' un'esigenza che valga la pena di soddisfare.
non c'e' allora una cosa che si possa chiamare Arte. vi sono gli artisti, uomini e donne che hanno il mirabile dono di equilibrare forme e colori fin quando non siano a posto, e cosa ancor piu' rara, che abbiano un'integrita' di carattere tale da rifiutare ogni soluzione parziale, pronti a rinunciare a tutti i facili effetti e ad ogni superficiale successo pur di affrontare il travaglio e la fatica necessaria ad un lavoro sincero.
27/12/2007 13:11 - ... segue BY wetgraphique
con questo s'intenda che ci sono gli artisti [attenzione, arte e scienza son la stessa cosa], ed i non artisti. non che esserlo sia qualcosa in più, anzi, al limite è un fattore limitante. un vero e proprio handicap che costringe a riflettere sull'essenza delle cose, e magari a scoprire che si è sempre da soli contro un mondo barbaro, approssimativo, fatto di inettitudine, dimenticanze, decadenza, ignavia. ed in più l'umiliazione di non veder apprezzato il proprio lavoro, quando ben si sa che è una delle poche cose che restano al passar dei secoli. boltzmann si suicidò, ed einstein guadagnò la sua posizione [non il nobel però] traendo semplicemente le conclusioni dal suo lavoro. come del resto la gloria dei medici vien da michelangelo, leonardo, dal vasari, e son le uniche cose che ricordiam di loro.
quantomeno allora si pensava che la gloria e la magnificienza hanno proprietà transitiva. oggi han dimenticato anche quello. l'importante è convogliare le masse a spedere, nulla si fa per nulla. e la regola del profitto è che il guadagno debba esser massimo, con la minima spesa sulla realizzazione. relegati a questo compito, il consiglio è di scegliere con chi lavorare.
il mondo non è ancora pronto a capire che il potere ed il denaro andrebbe gestito da chi è ancora capace di sognare, da chi pensa "se non ora: quando? se non io: chi?" ogni santo giorno. magari si potrebbero strappare molti più sorrisi a chi, mogio mogio, pensa ai propri guai seduto sul ciglio della strada.
27/12/2007 13:34 - MI CHIEDEVO BY schlock
cosa ci faccia gente così saggia in questa community. "il consiglio è di scegliere con chi lavorare." è la frase che farò apporre sulla mia tomba.
27/12/2007 13:36 - ciao onzapa, posto qui la risposta per te BY schlock
così leggono tutti. dovremmo cercare di attingere dalla saggezza di utenti come wetgraphique. quoto "il mondo non è ancora pronto a capire che il potere ed il denaro andrebbe gestito da chi è ancora capace di sognare, da chi pensa "se non ora: quando? se non io: chi?" ogni santo giorno. magari si potrebbero strappare molti più sorrisi a chi, mogio mogio, pensa ai propri guai seduto sul ciglio della strada."
27/12/2007 13:54 - ... BY dj-doctor
x quel poco che ho potuto sperimentare all'estero, in pochi posti del mondo occidentale il lavoro (e non solo quello "artistico") è così poco considerato e retribuito...in Italia sembra ke te fanno un favore a fatte lavorà a gratise o sottopagato/sfruttato in alcuni casi...è la mentalità ke va cambiata: ma purtroppo non credo cambierà mai, almeno non a breve termine...l'unica soluzione x il momento credo sia ancora emigrare
27/12/2007 14:14 - esatto BY schlock
scelta adottata da molti, e pensata da tutti. in francia si può andare a propria volta a fare gli accattoni, almeno lo stato paga la disocccupazione o l'affitto di casa. bah.
27/12/2007 14:18 - Gongolo BY maxwellsdemon
Scusate.
un poco mi vien da sorridere
a legger le vostre rimostranze.
Artisti...mio dio ma che brutta parola...
e poi per esserlo bisogna sempre star li
a piangere e commiserarsi a vicenda sulla
propria condizione di "sfruttato dal sistema".
E perchè no, mettiam pure un prezziario
avviciniamoci
all'artigianato che non ci sarebbe niente di male.
Allora buon natale a voi
miei cari artigiani.
Cordialmente
Massimiliano.
27/12/2007 14:18 - bisognerebbe BY hemqns
definire esattamente il significato di valore,
A seconda dei casi ovviamente.
27/12/2007 16:06 - ... BY dj-doctor
x MAX: anke a me non piace affatto la parola artisti, kè a mio parere troppo usata anke quando non pertinente...
proprio x questo ho messo "artistico" virgolettato nel mio post...
x SHLOCK: riguardo agli affitti guarda anke la Spagna: Zapatero dà circa 250€ al mese agli under30 in affitto, Padoa Schioppato ha provato a copiare il provvedimento ma si è dimenticato uno zero visto ke erano previsti 25-30€ (poi credo innalzati a 80 quando tutti lo hanno mandato affanculo x gli insulti "bambocceschi" e l'esiguità della somma stanziata) mensili di detrazioni...più ke risorse x gli under-30 mi sembra un bel camuffamento x un "pijatelo nder-culo"
....no comment
29/12/2007 02:26 - per maxwellsdemon, in caso non avesse compreso. BY wetgraphique
con permesso, nella riflessione, ripetiamo: non c'e' allora una cosa che si possa chiamare Arte. vi sono gli artisti, uomini e donne che hanno il mirabile dono di equilibrare forme e colori fin quando non siano a posto, e cosa ancor piu' rara, che abbiano un'integrita' di carattere tale da rifiutare ogni soluzione parziale, pronti a rinunciare a tutti i facili effetti e ad ogni superficiale successo pur di affrontare il travaglio e la fatica necessaria ad un lavoro sincero.
artista non è qualcosa di più, ne di meno. rifletta su cosa si intende per "equilibrare ... finchè non a posto", "integrità", "soluzioni parziali", "facili effetti e superficiale successo". qui stiam parlando di persone che cercano di vivere degnamente da uomini. non essendo noi poeti quanto Dante, non riusciamo ad esprimere il concetto con il celeberrimo "fatti non foste a viver come bruti...".
salve.
29/12/2007 11:13 - un ultima nota per maxwellsdemon BY wetgraphique
ringraziamo schloch per le buone parole spese. siam qui solo per alzare il tono della conversazione, che affligge alcuni pensatori già da almeno 3 secoli. essendo un po' anziani non abbiam perso una certa verve [che ci facciamo noi su internet? cosa ci fanno tutti gli altri, allora :) ], ma qualche granello di sale l'abbiam guadgnato.
riguardo maxwell, ecco appunto l'esempio di chi il sale lo butta in terra per non far crescere nulla. avevamo dimenticato di rimarcare che "per essere artista" non è necessario pianger per la propria condizione: avrà sicuramente letto e compreso " [...] pur di affrontare il travaglio e la fatica necessaria ad un lavoro sincero".
29/12/2007 19:05 - yin e yang BY kokmkola
...perchè si è qua su Qoob?...mmm...per cambiare il mondo?... ahah... per far fruttar le proprie (presunte) doti?... può essere... per cercare un risvolto economico al proprio blablablare?... fuocherello.
L'arte non esiste, esiste la scienza (come diceva WG) e la comunicazione. Anzi, esiste quello che "ti piace". Quindi non ci sono un cazzo di regole, è un gioco senza regole. O meglio le regole sono variabili. Esiste l'emozione, il bello, l'adrenalina, il viaggio, lo stupore. E poi c'è il mercato. E l'affitto da pagare. C'è anche l'handycap come si diceva di non saper godere di una vita "normale"... E poi c'è l'arroganza e la presunzione, spesso subdole. Gli artisti sono merde col vestito lucido a volte/spesso. A volte sono pezzi di diamante nella melma. Ma come diceva De Andrè, quel gran mariuolo, dai diamanti non nasce niente, dal letame...nascono i fior. Con queste parole non voglio dire niente, solo che, comunque, ce la pigliamo nel culo. Cosa? Non lo so. Forse una supposta che ci faccia passare la febbre di fama. O la fame. I soldi sono pezzi di carta. Che vogliono dire "potere d'acquisto". Potere. E' quello che vogliono gli artisti/uomini/semiscimmie/molecoled'acqua/virusco llettivo. Fare i puri è una delle cose più ipocrite che fanno gli artisti.
29/12/2007 19:17 - ciao, schlock. BY tenia
devo darti ragione, in fondo. con le proprie capacità - chiamiamole così - si deve pur campare.
in effetti, l'atto della creazione è fatica, struggimento e sudore. quando la musa suggerisce e detta è magnifico. ci si siede e si realizza quello che dice.
quando la musa bisogna andare a cercarla - setacciando i meandri intricati e fangosi del proprio inconscio - è tutta un'altra storia.
per cui, dico: il lavoro si paga.
la fatica, va ricompensata.
la frustrazione si deve pur addolcire con qualcosa.
per gli amici si fanno favori.
per i collaboratori pure, forse.
per gli sconosciuti no.
se collaborassi con te - e mi farebbe piacere - non pretenderei assolutamente il tuo tempo e il tuo lavoro gratis.
si deve pur guadagnare qualcosa di economico, oltre alla soddisfazione personale.
29/12/2007 19:18 - mammamia.. BY kokmkola
prima di venire frainteso, non ce l'ho con nessuno in particolare, sono solo mie opinioni.
29/12/2007 19:54 - ho capito komkola BY figabyte
tu ce l'hai con me!!!
li ho capiti tutti quei giri di parole...
se vuoi giudicarmi fallo apertamente per favore
Cordialmente
Figus Bytum
29/12/2007 21:45 - eh sì.. BY kokmkola
Mi hai beccato. Parlavo proprio di te, con quella puzza di figa sotto il naso, chi ti credi di essere?... :)
29/12/2007 22:11 - Artista o artigiano BY alienone
Per una sigla da 1 min. prendo 150, iva inclusa.
Con una parte dei soldi guadagnati con l'audio ci compro la birra. Il resto li spreco in strumentazione.
29/12/2007 22:53 - kokmkola dice bene BY wetgraphique
sostanzialmente un ottimo intervento, ne vorremmo sentire di più qui su qoob. ma commette una imprecisione nel dire che l'arte non esiste. l'arte e la scienza son la stessa sostanza. capiamo che lei possa non esser interessato alla speculazione in estetica, ma la preghiamo di non sparare senza prender la mira. per rapportare le nostre affermazioni ai suoi termini, non ci sono regole=lavoro sincero, soldi dell'affitto=arrendersi a queste imposizioni, fama=alla lunga la novita' non e' un'esigenza che valga la pena di soddisfare.. ma c'è anche chi può cambiare il mondo, e chi addirittura l'ha cambiato. fidia ha definito il bello delle forme umane, e regge da 2500 anni. giotto la prospettiva, galileo il metodo scientifico, goethe, bergson, e così via. son cose che han lasciato un solco davvero profondo, che volevano cambiare il mondo e ce l'hanno anche fatta. ma soprattutto, glielo dice uno che ormai ha 86 anni, non la prendiamo nel culo. arriviamo freschi, con le mani e le scarpe sporche, ma ancor desiderosi di affrontare quella gran avventura che è la vita, e che sarà la morte.
30/12/2007 17:09 - ... BY kokmkola
Ciao wetgraphique, stimo moltissimo le tue parole e sinceramente ti dico le stesse cose, ho letto finalmente parole e opinioni di cuore e soprattutto vere. Se lei, ha veramente 86 anni, sono io che le do lei e non lei che da del lei a me, che sono un ragazzino (e non faccio altro che strani giochi di parole!). Ma non per "rispetto dovuto" all' anziano, ma per onore nel comunicare con persone del suo calibro mentale e vitale. Anch'io credo che ci sia gente che cambia il mondo, e le dirò, anch'io nel mio molto piccolo ho già cambiato qualcosa. Tutti quelli che hanno un minimo di coraggio ed energia credo cambino un po' il mondo. Io sparo un po' di stupidaggini nervose perchè credo fermamente in una necessità di modifica della definizione "artista" nella società. E' un termine vecchio, sputtanato, come comunista o fascista. Sporco dell'idiozia umana. I soldi, sono solo un simbolo di scambio d'energia umana. Un "artista" non può essere tale se pensa ai soldi come valore da seguire. Altrimenti parliamo di "artigiani". Che non è per niente dispregiativo. E' solo diverso. Io stesso faccio spesso l'artigiano, e non credo ci sia proprio nulla di male, anzi. Con rispetto e (molta) stima....!
30/12/2007 17:13 - ... BY kokmkola
...il problema coi soldi è che servono, e ci devi pensare. Per forza.
30/12/2007 22:11 - e servono si! BY wetgraphique
kokmkola, amolenuvolette.it è un collettivo, ci son persone anziane, ma anche giovani. capita che si chiacchieri e poi il risultato della discussione lo scrive qualcuno. per molti questi caratteri son troppo piccoli, come lo è lo spazio a disposizione, e come il numero di parole che conosciamo. parole... le parole sono una delle poche cose per cui non vale davvero la pena speculare. artista infatti lo usano un po' tutti, un po' come vogliono, ma si porta sempre dietro un qualcosa di misterioso. come se al posto di ingegnere dici scienziato, oppure al posto di costruttore metti studio associato, magari con una & commerciale in mezzo. i soldi servon si, ma ecco, forse il nocciolo della questione è che per l'artista non sono un fine, ma un mezzo. di tutte le persone che ci son veramente vicine, non ne conosco una sola che goda nel possedere denaro. io non amo la mia fotocopiatrice: io amo i fogli che escon fuori, perchè sono le mie idee che si concretizzano. ed ecco che gli artisti reinvestono sempre su di loro, per aver funzioni sempre più estese, per concretizzare il loro concetto del bello, l'idea bislacca o malsana che da un senso all'esistenza o alla ricerca durata una vita. ed investono anche in stile, perchè a tutti noi piace circondarsi di oggetti belli, vestire e mangiare bene, goder della vita e dei frutti del proprio lavoro. ma se lei fa attenzione, trae una conclusione, che è la domanda fondamentale dell'universo: perchè si fa tutto questo.
30/12/2007 22:19 - infine. BY wetgraphique
c'è l'egocentrismo, perchè no, molti pensatori vedon l'universo dal loro punto di vista. ma non credo sia poi un difetto. il punto è che l'uomo per sua natura è infame, invidioso, gode delle disgrazie altrui e si rode per quel che non possiede. alla domanda fondamentale dell'universo allora si risponde così: dipende da cosa non possiede l'uomo, da cosa vuol raggiungere. se a lei piace il denaro, vuole il potere. se a lei piace il denaro ed è un artista, desidera spingersi verso il più irrealizzabile dei sogni, nell'utopia più distante, alla ricerca delle radici dell'esistenza, come un nuovo icaro. esiste fine più alto di questo?
penso di no.
passino allora tutti gli artisti straricchi, non ci è dato sapere cosa stiano desiderando.
passino i vestiti eleganti ed i vernissage alla biennale, passino i soldi spesi male e le fatiche buttate, passino le opere copiate e le copie pirata, passi il potere e l'impiccio all'italiana fatto con i politici di turno. tanto, almeno a noi, non interessa nulla di quel che è fuori: siamo egocentrici. e cerchiamo ogni mezzo, piegando tutto quel che ci circonda, per raggiungere il nostro ideale.
c'è chi, appagato, si ferma. vuol dire che aveva solo fame. ma per noi si tratta di respirare, è diverso.
bella conversazione, davvero.
è curioso come lavorino i motori di ricerca con le parole chiave. quel che manca è proprio un servizio che te le suggerisca, perchè al posto di rifinire con precisione una serie di risultati, è meglio azzeccare subito la parola giusta da cercare. se c'è qualcuno che abbia voglia di implementare questa funzionalità, possiam farlo assieme. ho provato questo:
spam software -killer -privacy -abuse -nailed -quarantine -buy -combattere -fighting -lug -panda -vista -annihilator -virus -filter -infected -bully -blocking -definition -stop -antispam -blocker -firewall -maligni -terminator -reporting -eliminare -fighter -anti -mitigation -remove -remover .
alla fine ho scritto bulk mailer e ne ho trovati un sacco.
come più di qualcuno avrà intuito, non sono proprio un estimatore dei prodotti che vengono da redmond. però per una volta microsoft ha inventato un'opzione carina: aggiungendo uno di questi codici al nome visualizzato da messenger, microsoft donerà alla causa che avete scelto una piccola somma. ovviamente consiglio stop global warming: se l'uomo non c'è più, tutte le altre associazioni non avranno ragion d'essere.
as you can see, i'm not a proper fan of redmond software products. but this time microsoft had a cool idea: append one of this codes to your messenger nickname, and microsoft will donate money to the association you selected. obviously i suggest stop global warming: without mankind, any other association will not have a reason to exist.
*red+u - American Red Cross *bgca - Boys & Girls Clubs of America *hsus - Humane Society of the United States *naf - National AIDS Fund *mssoc - National MS Society *9mil - ninemillion.org *sierra - Sierra Club *help - StopGlobalWarming.org *komen - Susan G. Komen for the Cure *unicef - U.S. Fund for UNICEF Fund *mssoc - National MS Society
preliminary considerations about seeds&peers, a little paper about copyright, intellectual property, piracy, peer to peer, digital millenium act and so on. i am a native of the digital landscape. after tro years and eight month of research i want to approach a legislative proposal: "the suits don't know how to think about this".
from steal this film. i would be very glad in interviewing or speaking with luca lucarini, one of the authors.
Is it a good thing or a bad thing that it's becoming harder maybe impossible to encapsulate information in discrete units and sell them? The simplistic answer, the answer that you get from Hollywood and the recording industry is - it's a disaster. The suits don't know how to think about this.
It's a film that explores massive changes in the way we produce distribute and consume media. If you're talking about the distribution of cultural material, of music and cinema, well there is a long history of whatever the incumbent industry happens to be, resisting whatever new technology provides.
Cable television in the 70's was viewed really as a pirate medium. All the television networks felt that taking their content and putting it on cables that ran to peoples houses was piracy pure and simple. The video recorder was very strongly resisted by Hollywood. There were lawsuits immediately brought by the movie studios who felt in fact, who said publicly that the VCR was to the American movie industry what the "Boston Strangler" was to a woman alone.
New information technologies provide Hollywood and the recording industries with fresh channels on which to sell products, but they can also open unplanned possibilities for their consumers. The possibilities suggested by Peer-to-Peer technologies have prompted the entertainment industries to react in an unprecedented way. Traditionally, copyright infringement has just been a civil matter. If a copyright owner catches you doing something wrong, they can sue you and force you to pay them money. Criminal infringement liability, the ability to prosecute you and throw you in jail, has been reserved for circumstances of commercial piracy, circumstances where someone has made 500 copies, is selling them on the street as competition for the real thing. Well, in recent years, copyright owners have not been satisfied with that. They've wanted to reach out and have criminal recourse against people who are engaged in non-commercial activities.
It's really as though they decided to intimidate the village they would just chop of the heads of a few villagers, mount those heads on pikes as a warning to everyone else.
There is a fantastic quote by Mark Getty, who is the owner of Getty Images, which is a huge corporate imagedatabase, and he's one of the largest intellectual proprietors in the world. He once said intellectual property is the oil of the 21st century. It'a a fantastic quote, you could condense it to one word that is: war. He declared war with that saying we will fight for this stuff these completely hallucinatory rights to images, ideas, texts thoughts, inventions. Just as we're fighting now for access to natural resources. He declared war. Strange kind of war. I would take it serious.
This is not the first war that has been fought over the production, reproduction and distribution of information. People like to see the contemporary and the digital era as some kind of a unique break. And I think the important point to make here is not to see it as a unique break, but really to see it as a moment which accelerates things that have already happened in the past.
Before the arrival of the printing press in Europe in the 1500's, information was highly scarce and relatively easy to control. For thousands of years, the scribal culture really hand-picked the people who were given this code to transmit knowledge across time and space. There are images from the 16th century of books that were chained, and had to be guarded by armed guards outside a heavy door because it was very, very dangerous for people to have access to that. Print brought with it a new abundance of information threatening the control over ideas that had come with scarcity. Daniel Defoe tells of Gutenberg's partner Johann Fust, arriving in 15th century Paris with a wagon load of printed bibles. When the bibles were examined, and the exact similarity of each book was discovered, the Parisians set upon Fust accusing him of black magic. About to change everything, this new communications technology was seen as the unholy work of the Devil.
All of the emerging nation-states of Europe made it very clear that they would control information flows to the best of their ability. The printers were the ones who were hunted down if they printed the forbidden text. So, more than we think of persecuting the authors but it was really the printers who suffered most.
As print technology developed in Europe and America its pivotal social role became clear. Printing becomes associated with rebellion and emancipation. There's the governor of Virginia, Governor Berkeley, who wrote to his overseers in England in the 17th century saying, "Thank God we have no printing in Virginia, and we shall never have it as long as I'm governor." This was a reaction to the English civil war and the pamphlet wars and they were called paper bullets in that period.
The basic idea of censorship in 18th century France is a concept of privilege, or private law. A publisher gets the right to publish a particular text, that is deny it to others, so he has that privilege. What you have is a centralized administration for controlling the book trade, using censorship and also using the monopoly of the established publishers. They made sure that the books that flowed throughout a society were authorized - were the authorized editions - but also were within the control of the state within the control of the king or the prince.
You had a very elaborate system of censorship but in addition to that you had a monopoly of production in the booksellers' guild in Paris. It had police powers. And then the police itself had specialized inspectors of the book trade. So you put all of that together and the state was very powerful in its attempt to control the printed word. Bot not only was this apparatus incapable of preventing the spread of revolutionary thought, it's very existence inspired the creation of new, parallel pirate systems of distribution. What is clear is that during the 18th century the printed word as a force is just expanding everywhere. You've got publishing houses printing presses that surround France in what I call a "fertile crescent": dozens and dozens of them producing books which are smuggled across the French borders distributed everywhere in the kingdom by an underground system.
I have a case of one Dutch printer who looked at the index of prohibited books and used it for his publication program because he knew these were titles that would sell well. The pirates had agents in Paris and everywhere else who were sending them sheets of new books, which they think will sell well. The pirates are systematically doing I use the word, it's an anachronism, "market research".
They do it: I've seen it in hundreds and literally thousands of letters. They are sounding the market. They want to know what demand is.
And so the reaction on the part of the publishers at the center is, of course, extremely hostile. And, I've read a lot of their letters. They're full of expressions like "buccaneer" and "private" and "people without shame or morality" etc.. In actual fact, many of these pirates were good bourgeois in Lausanne or Geneva or Amsterdam, and they thought that they were just doing business. After all, there was no international copyright law and they were satisfying demand.
There were printers that were almost holes in the wall or down in the - if they were printing subversive material they could sort of hide their presses very quickly. People used to put them on rafts and float down to another town if they were in trouble with the authorities. It was very movable.
In effect, you've got two systems at war with one another. And it's this system of production outside of France that is crucial for the Enlightenment. Not only did this new media system spread the Enlightenment, but I won't use the word prepared the way for the Revolution. It so indicted the Old Regime that this power - public opinion became crucial in the collapse of the government in 1787-1788. In Paris, the Bastille had been a prison for pirates. But in the years before the Revolution the authorities gave up trying to imprison pirates. The flow of ideas and information was too strong to be stopped.
And I think that's the dramatic change that was affected by the printing revolution. That all of a sudden: the emergence of a new reading public the emergence of an undisciplined reading public which were not subject to the same norms of reading or the same norms of relation to knowledge as it was in the past. It was a dramatic shift. The fundamental urge to copy had nothing to do with technology. It's about how culture is created.
But technology of course changes what we can copy how quickly we can copy and how we can share it. What happens when a copying mechanism is invented? And you can take the printing press or you can take bittorrent. It shapes people's habits. It gives people completely new ideas how they could work, how they could work together, how they could share, what they could relate to, what their lives could be.
There's no way that an absolutist political system can totally suppress the spread of information. New media adapt themselves to these circumstances. And often, they can become even more effective because of the repression.
Why should improvements in our capacity to copy be linked to social change? Because communicating so fundamental to what we do: in the world is itself and act of copying. The one technique that brought us to where we are is copying. Sharing is at the heart of in some senses, existence. Communication, the need to talk to someone, is an act of sharing. The need to listen to someone is an act of sharing. Why do we share our culture? Why do we share language? Because we imitate each other. This is how we learn to speak. This is how a baby learns. This is how new things come into society and spread through society.
Basically what keeps us together is that we copy from each other. When the spoken word was our only means of communication, we traveled far and wide to deliver it to others. Later, as we began to communicate in written form, Armies of scribes multiplied our ideas. Our urge to communicate is so strong that we have always pushed the tools available to us to the limit. Then gone beyond them, creating new technologies that reproduce our ideas on previously unimaginable scales.
In 1957, the USSR launched Sputnik. In response, the American government authorized massive blue-sky spending on science and technology overseen by a new Advanced Research Projects Agency. It was ARPA developing the ideas of visionary computer scientist Joseph Licklider, that came up with the concept of networking computers.
It's been hard to share information. For years. The printing press of course was the great step into sharing information. And we have been needing for a long time some better way to distribute information than to carry it about.
The print on paper form is embarrassing because in order to distribute it you've got to move the paper around and lots of paper gets to be bulky and heavy and expensive to move about. The ARPAnet was designed to allow scientists to share computer resources in order to improve innovation. To make this vision work, ARPAnet had to allow each machine on the network to reproduce and relay the information sent by any other. A network in which peers shared resources equally was part of a massive shift from the corporate and commercial communications systems of the past - in which messages radiated from a central point or down through a hierarchy. There was no center and no machine was more important than another. Anyone could join the network, provide they agreed to abide by the rules, or protocols on which it operated.
Ever since, really, the 60's onwards, packet switch networks are the predominant style of communications used today. Increasingly so in both voice and data. The western world was transforming itself from the rigid production systems of Fordism to fluid work, lean production and just-in-time delivery. A post-centralized, friction-free economy needed a communications system just like this. We didn't build in the 1970's networks of hierarchs. The computers that existed in the world were all multimillion-dollar machines and they basically related to one another in very equal ways. One of the really important characteristics of the internet is that it's extremely decentralized and that the services on the internet are invented and operated by other network users.
You know the network is built so that there's nobody in charge that everybody has control over their own communications. In relying on the internet, society was bringing into its very center a machine whose primary function was the reproduction and distribution of information.
It's an inherent function of the networks that we use today that this data is stored, copied, stored, copied normally transient, normally very fast, you know, in milliseconds, micorseconds. Specialized pieces of equipment such as switchers, routers, hubs etc. do this all in the blink of an eye but it's the way networks WORK.
What ARPA's engineers had produced was the blueprint for a massive copying machine without master, which would grow at a fantastic rate into today's internet. So this entire area is bristling with information transfer of one type or another. The spectrum environment is getting very dirty, or noisy Every single packet that flies through the multitude of wireless networks and through the internet is listened for stored in memory and retransmitted, ie it's copied from one, what's called network segment, to the next our immediate environment now, our immediate ecosphere is so broad, so large that you cannot contain information very easily anymore, you cannot stop or censor information or stop the transmission once it's out there It's like water through your hands It's like trying to stop a dam from bursting.
I would say right now, we are likely in range of wireless microwave radio transmissions that are most likely breaching some sort of copyright law right at this moment.
To try on the back of modernism and all this international law to make profit out of his own ungenerosity to humankind. One of the main battlegrounds in law, in technology now is the extent to which it is possible to exclude people from information, knowledge and cultural goods the extent to which it's possible to enclose a bit - if you will of culture, and say it's in a container: you have to pay me in order to access it. You can make something property if you can build a fence for it, you can enclose something, if you can build a wall around it. In the American west, the range land was free, and all could graze it because it was too expensive to fence it barbed wire changed that and you could turn it into property. Culture came in these boxes. Control came naturally as part of the process of the existence of the medium itself.
There's a thing, a book, a record, a film that you can hold onto and not give somebody else or you can give it to them. And the whole payment system was built around: Do I give you this unit of information? Or don't I give it to you? And that was how the whole model of copyright was built from the book on up. What used to be property - music, cinema - now becomes very, very easy to transmit across barriers.
We have today the ability to make copies and distribute copies inexpensively. If one copy leaks out on the internet very rapidly it's available to everyone. One can always try to create artificial boundaries, technological boundaries which prevent us from sharing files prevent us from sharing music etc. But how do you create a wall or a boundary against the very basic desire of sharing? I think the war on piracy is failing for social reasons. People like to communicate. People like to do, to share things. People like to transform things and technology makes it so easy that there's no way of stopping it. The new generation is just copying stuff out of the internet. It's the way they're brought up. They started with Napster music is free to them. They don't consider music being something you pay for. They pay for clothes. They pay for stuff they can touch. Intellectual property is - What the fuck is that?
So whether you're using a long-lost peer-to-peer system, like the original Napster, or you're using Gnutella, or you're using bittorrent the principle here is that you are actually engaging in internet communication as it was originally designed, you are able to serve content as well as consume.
Especially after the Napster lawsuit we saw an emergence of a lot of more decentralized file-sharing services. Computer programs that people could run on their own computers that would make them part of the network, without having any one place where there's a master list or a master coordination. What this means is that in fighting file sharing the entertainment industry is fighting the fundamental structure of the internet. Short of redesigning and re-engineering either the internet or the devices we use to interact with the internet, there's nothing that Hollywood or Washington or Brussels or Geneva can do anything about.
They shattered Napster into millions of little pieces, spread across computers all around the globe and now if you want to shut it down, you have to track down every single one of them and turn it off. And they just can't do that. They send out letters every month trying to shut down a couple here and there but it just doesn't work. There are just too many. It's out of the bag now. Once it's that far distributed, it's really going to be hopeless. You can sue people forever. You can sue a handful of college students, university students in the United States. You can sue the investors of Napster - and Napster - You can sue the company that provided the software for Kazaa. But it doesn't shut anything down.
Kazaa lost a big case in the United States in the Supreme Court. Kazaa and Grokster and a set of other companies. So those companies no longer operate. But the network still works, in other words, the interface is still installed on millions of computers and people still use them.
The music industry, if they want to stop file sharing, there's no central computer for them to go to and shut it down. They have to go all the way to the ends of every wire. They have to snip all the cords across the globe. So when the Pirate Bay got shut down last year, and during the raid Amsterdam Information Exchange, AM6 reported that 35% of all the European internet traffic just vanished in a couple of hours. The files have been shared. There's no way back.
You can't - it's not about shutting down bittorrent: it would be about confiscating everyone's hard drives. The files are out there. They have been downloaded. They're down, there's no up anymore. They're all down.
There's nobody you can go to and say: "Shut down the file sharing". The internet's just not built that way.
We're surrounded by images. Every day, everywhere. There's nothing you can do about it. But the problem with these images is that they're not yours: people's lives are determined by images that they have no rights to whatsoever, and that's - I'd say it's a very unfortunate situation. There's this work of mine that people have described as a series of unattainable women, in fact it's a series of unattainable images. The one last mission of cinema is to make sure that images are not seen. That's why we have DRM - copy protection - rights management region coding, all that stuff but if an image is seen then it tells you one thing: it's not your image, it's their image. It's none of your business. Don't copy it. Don't modify it. Just forget about it. You can't just say - hey it's just a movie. It is reality. It's a very specific reality of properties.
Radio. Television. Newspapers. Film. At the heart of all of them there is a very clear distinction between the producer and the consumer. And the idea is a very, very static one. That here is a technology that allows me to communicate to you. But it's not really a conversation that one has in mind. It use to be, if you had a radio station or television station or a printing press. You could broadcast your views to a very large number of people at quite a bit of expense and a fairly small percentage of the population was able to do that. The materials were produced by some set of professional commercial producers, who then controlled the experience and located individuals at the passive receiving end of the cultural conversation.
If you wanted to change the way the television broadcast network works - good luck: you're going to have to get the majority of the shareholders to agree with you - or you're going to have to replace some very expensive equipment. In the world of that universe where you needed to get distribution there were gatekeepers that stood in your way. I know that there's gatekeepers out there at every level by the way certainly production, funding, exhibition. They can get fucked as far as I'm concerned. You would need to satisfy the lawyer for the network or the lawyer for the television station or radio station that what you've done is legal and cleared and permissions have been obtained - and probably insurance has been obtained before you could get into the channels of mass media communication.
The number of people who could actively speak was relatively small and they were organized around one of the only two models we had in the industrial period to collect enough physical capital necessary to communicate either the state or the market usually based on advertising. This is the question that faces us today. If the battle against sharing is already lost - and media is no longer a commodity - how will society change? Those whose permission was required are resisting this transition because control is a good thing to get if you can get it. The control that used to reside in the very making of the artifact is up for grabs.
Should we expect changes as massive as those of the printing press? There's plenty of people who are watching, you know, the worst kind of Soap Opera right now they're a planet and I can't save them. As hard as I've tried, I can't save them. But do we need saving? Will there still be a mass-produced and mass-oriented media from which to save us? Music didn't begin with the phonograph and it won't end with the peer-to-peer network.
The panic of the movie industry and the music industry is that people could actually start to produce and that file sharing networks - file sharing technology enables them to produce stuff. It's not so much the fact that the Phantom Menace is downloaded 500 times, or 600.000 times etc.
Yeah of course, there is an imaginary specter of economic loss that informs that but the real battle or the real threat lays in a shift in the ways that we think of the possibilities of ourselves as creators and not merely as consumers. It's like a whole network This is something that I've given outand I've let people download it and they can download it, do what they want I've made a blog about it saying oh look, DJs you can play this where you want There's this guy in Brooklyn and he's just done a remix of it, just like - It's totally different to what I thought but He's just - this guy from Brooklyn and I really respect that he came back to me and said look and it's going on his mix album.
One of the things that intrigues me tremendously about the proliferation of material that's out there in the world for people to grab, is the potential creation of millions of new authors. Thanks to the internet, thanks to digital technologies the gatekeepers have really been removed. People can take more of their cultural environment make it their own use it as found materials to put together their own expressions do their own research, create their own communications, create their own communities when they need collaboration with others rather than relying on a limited set of existing institutions or on a set of materials that they're not allowed to use without going and asking: "Please may I use this? Please may I create?"
Basically, in terms of samples not many people go out of their way to clear samples Right about now I've got the things on the fruity slicer like this on different keys it's just different parts of the sample actually just some Turkish shit i don't even know who it's by - like it's just some random sample I make mainly instrumentals so really I've made a tool for that to sort of MC to anyway It's good that people are ruthless enough to use another person's tune and record themselves spittin bars over it. We live in this world in which absolute abundance of information is an everyday fact for a lot of us and this means we have a certain attitude towards the idea of information as property. It's like you've heard, sharing is in our blood, so the struggle to hold on to knowledge and creativity as a commodity by force it's going to be met by our strong urge to share, copy and cooperate. When you put primary materials in the hands of ordinary citizens really, really interesting things can happen. So it's a terrorism of the mind that actually sustains concepts like intellectual property it's a terrorism that's grounded on an idea of brutal repression of that which is actually possible. If everything is user-generated it also means that you have to create something in order to be part of the society. I think one of the things that we are seeing coming out is culture where things are produced because people care about it and not necessarily because they hope other people will buy it. So what we will see is things made by the people for themselves. I don't think I know a person who just listens to it and doesn't try and get involved in some way by producing or something... You know all these things that are taking the copyright industry totally by surprise - and they're scrambling with and not able to deal with - for the next generation it's just part of the media landscape.
They're natives, they're natives in that media landscape, absolutely. And they're not alone.
I think we need to have a broad conversation - it's probably gonna be an international conversation where people who make things and people who use things - I'm talking about cultural works - sit together and think about what kinds of rules best serve these interests, I don't know that we're going to agree, but I think we need to ask a little bit more about utopia we need to really figure out what kind of a world we'd like to live in an then try to craft regulations to match that - being reactive doesn't cut it.
The future isn't clear for sure but that's why we're here, we're trying to form the future, we're trying to make it the way we want it - but obviously most people want it to be and that's why we're doing this. Let's build a world that we're actually gonna be proud of, not just a profitable world - for a few very large media companies. Making money is not the point with culture, or media - making something is the point with media, and I don't think that people will stop making music, stop making movies stop making - taking cool photographs - whatever. Although it's difficult to believe it now, we can do without the entertainment industries, we'll find new ways to get the stuff we want made - we want a world in which we can share, work together and find new ways to support each other while we're doing it. This is the world we're tyring to bring into being.
A force like this, a power like this. Zillions of people connected sharing data, sharing their work, sharing the work of others: this situation is unprecedented in human history, and it is a force that will not be stopped. People always ask us who are the League of Noble Peers? And we tell them, you are. I am. Even your bank manager is. That's why I'm a vague blur. It's kind of like: Insert yourself here. Because we all produce information now, we all reproduce information. We all distribute it. We can't stop ourselves. It's like breathing. We'll do it as long as we're alive. And when we stop doing it, we'll be dead.
[piko!] ti ringrazia per esser arrivato fin quaggiù, la strada era lunga.
se non sai cosa fare, puoi visitare l'archivio o la galleria fotografica relativa ad hirudo:holter. oppure tornartene alla pagina iniziale del sito per vedere cosa bolle in pentola.
your attention makes [piko!] happy: there was a long way from the top of the page!
if you don't know what to do, try our archives or the photogallery from hirudo:holter. or you can click back to the global home page to see what's going on now on amolenuvolette.it.
steal all of this, steal my code, steal my graphics. use it to feel better.
this is copyrighted so you can really steal it.
eventually you will find some crap-pieces of code like "don't right-click" in my escaped! maze. this was only because if you read source code there's no play in gettin out of the maze, cheating about the right place to click.
so, uh: i'm a media pirate. i am a native in the media landscape.
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_muy felìz :. (199)
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kirlian aura (4)
ciao! marco infussi here, ready to serve you.
this is my personal notepad: i paste here all the stuff i am thinking about and working on, plus some weirdo and doodles.
if you are looking for serious work and official stuff, this is the wrong place.
amolenuvolette.it is such a disordered waste-bin, with something like 25+gbytes of stuff to browse.
here is a map to understand where you are...
trust me: it will be useful!
La pubblicità ha rotto le scatole, quindi non è più consentita.
hirudo:holter is technically based on some concepts:
a) a purposedly verbose interface
b) little isometric designs and typographical cameos
c) a fictitious character, website's engine [piko!], insulting the reader
but, what does hirudo mean? how about holter?! and what's the hidden message?
more about hirudo:holter...
InValid XHTML 1.0 / CSS
[piko!] scan rileva 357 utenti on line, tra i quali 761 + 1 cercano inutilmente di nascondersi nelle ultime file. forza, venite al primo banco per l'esame.
22/11/2024 @ 23:53:06
che velocità... [piko!] engine ha prontamente eseguito questo script in soli 78 ms
this section contains all the things that made my life what it is.
songs, books, films, artworks, fonts i love, written as lists.
read more...
questa funzione è talmente obsoleta che non ho più voglia di aggiustarla.
questa versione di hirudo:holter è in effetti chiusa al 31 dicembre 2011.
da quando ho scritto: stronzo chi non commenta, ecco: tutti a sindacare anche sugli errori di ortografia.
piko!
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