il mio cane preferito di sempre, il grande poldo (non pòldo, con la o chiusa, ma poldo con la o aperta), m'è apparso in sogno martedì 15 marzo 2005. bianco, in posizione eretta, con cilindro e frac bianchi, bastone di madreperla, accompagnato da una barboncina. mi dice: "ciao mà, t'ho voluto bene. ora scappo che stò con una..." e se ne va. torno da roma il venerdì, zio pietro è triste, aveva anche pianto. scomparso da quel lunedì, aspetteremo il ritorno di poldo invano. la vita di poldo è speciale per vari motivi. arriva come randagio non si sa come. ancora cucciolo e già esperto vagabondo. orecchie pendenti e coda lungha, faccia da pluto, pelo bianco corto, gambe lunghe, torace imponente, fianchi snelli. sempre a testa alta. il tipo di cane che ti mette la testa sotto la mano quando vuole una carezza, che risponde anche se gli fai solo un cenno, che ti segue sempre, che t'aspetta accucciato e che s'accuccia quando gli fai cenno giù con un dito. il tipo di cane che gioca con il gatto, prendendolo in bocca o spostandolo con la zampa, anche mentre gli rubava il mangiare. il tipo di cane che appena arrivi corre da cinquecento metri di distanza per salutarti, sempre. io lasciavo che mi saltasse addosso anche se era tutto sporco di fango, mi leccava le mani. sgozzata la sua prima gallina, capì da solo il danno, e dal quel momento divenne il paladino delle galline. avvisò mio zio dell'incendio notturno e della fusione della fornace nel duemilaquattro. controllava tutta la collina, e durante la sua attività, non si sentì mai una singola storia su volpi o faine affamate. si faceva almeno un bagno al giorno, tuffandosi nel laghetto. dormiva sempre fuori: d'inverno tra le reti delle olive che s'era sistemato da solo, il resto dell'anno davanti alla porta a far la guardia. appena si svegliava mia nonna, lui dava un colpetto contro la porta con la zampa, mia nonna apriva e gli dava un biscotto, che aspettava come s'aspetta l'ostia alla comunione. accompagnava mia nonna quando usciva a piedi con il bastone per salire su a ferentino, aspettandola accucciato sulla scalinata di san valentino finchè non finiva la messa o il rosario, per poi riaccompagnarla alla fornace. quando mia nonna andava con la macchina, lui saliva da solo per seguirla ugualmente. fu l'unico a riuscire ad entrare (e soprattutto ad avere il permesso di entrare) nel recinto di persia, boxer femmina di razza molto aggressiva vicina di casa, scavalcando qualsiasi barriera il vicino costruisse in maniere sempre nuove. nacquero nove cuccioli, dei quali cinque di impronta molto poldiana, tutti regalati escluso buba, che è poldo in versione femminile extralarge per via degli ascendenti boxer. accortasi della mancanza di poldo, persia è entrata in depressione, confortata da buba sua figlia. chiamando poldo, persia tutt'ora si imposta sull'attenti nella speranza di rivederlo. in seguito, non ha permesso a nessun altro cane di avvicinarla.
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