.: inchiostro simpatico o carta elettronica?
ragionando sulla necessità o meno di produrre carta elettronica, nell'ottica di risparmiare carta vera, può balzare in mente la malsana idea di stampare con inchiostro simpatico, o di produrre carta che si cancelli facilmente.
un inchiostro di questo genere, ingegnerizzato a dovere, potrebbe avere una data di scadenza (vedasi auto-cancellazione) giornaliera, settimanale, mensile. le molecole organiche dell'inchiostro prendono a decomporsi a contatto con l'aria (o con la carta?) secondo un certo tasso, cambiando di conseguenza proprietà ottiche e diventando trasparenti alla luce visibile in un certo intervallo di tempo. in caso si voglia agire invece sulla carta, si potrebbero realizzare inchiostri facilmente rimovibili, o al contrario un supporto cartaceo sul quale l'inchiostro non aderisca in maniera irreversibile.
il vantaggio potrebbe esser quello di aver a disposizione, in uno scenario apocalittico, sistemi a stampa manuale alla gutenberg che non richiedano utilizzo di energia elettrica nè per la stampa, nè per il riciclaggio della carta, ed ovviamente nemmeno per la sua eventuale cancellazione. tanto prima o poi si tornerà al medioevo.
premettiamo che l'ingegnerizzazione e la produzione di tali inchiostri ha un suo costo, e che in tale scenario si farebbe prima a tornare ai vecchi inchiostri estratti da prodotti naturali con tecniche non industriali. potrebbero però esser ridotti al minimo sprechi di carta in casistiche usa e getta: materiale informativo per convegni o, nel normale utilizzo casa/ufficio, pagine e pagine stampate da siti internet che finiscono inevitabilmente nella spazzatura.
per stampanti laser il sistema non risulterebbe sconveniente: un toner monocromatico per macchinari di bassa fascia costa 70€, può esser ricaricato due volte al massimo (per via dell'usura dei rulli) per 30€ a ricarica, e permette di stampare 10.000 pagine (le case produttrici dicono 12.000) con una utilizzo moderato di inchiostro (totale 130€); una risma di carta scadente in formato A4 può costare 3€, per 30.000 pagine arriviamo ad un totale di 180€, e potrà esser ristampata quattro/cinque volte. ipotizzando che l'inchiostro simpatico possa esser prodotto utilizzando le stesse tecnologie dei toner (al massimo con un sovrapprezzo del 30%), ed in tal maniera stampato, ciò permetterebbe di risparmiare carta (dopo l'acquisto iniziale di 30.000 fogli, posson esser risparmiati 180€ per i tre/quattro utilizzi successivi). la carta potrebbe esser ristampata anche più di quanto ipotizzato (usura e spiegazzamenti permettendo) moltiplicando il risparmio, con la clausola che venga utilizzata solo per comunicazioni "a scadenza", e nell'ipotesi che l'inchiostro precedentemente stampato non interferisca con quello "fresco".
per stampanti a getto d'inchiostro si potrebbe semplicemente prevedere nella testina una cartuccia monocromatica aggiuntiva, da selezionare quando non si desiderino stampe permanenti. questa possibilità è di facile attuazione, essendo già disponibili inchiostri simpatici liquidi monocromatici e la tecnologia a più cartucce per stampanti di fascia bassa.
altra storia per una carta che andrebbe lavata usando solventi, o magari esponendola a variazioni di temperatura. questo tipo di processo sembra sconveniente ed impraticabile: bisognerebbe stendere ad asciugare anche la carta?
in caso di tirature maggiori, come quelle di un ufficio, xerox creò il formato .pdf (brevetto poi rilevato da adobe) proprio per risparmiare sulla carta, permettendo di trasferire documenti in formato elettronico evitandone la stampa.
andando verso il livello industriale, si potrebbe esser portati a pensare che un quotidiano con tiratura un milione di copie possa utilizzare una base di due milioni di prodotti preconfezionati (con un margine del 30% di prodotti che potrebbero potenzialmente andar distrutti) a rotazione: oggi prendo il giornale riconsegnando all'edicolante quello di ieri, nel frattempo l'industria ristampa il milione di copie riconsegnate il giorno prima. in caso fosse necessario ripulirle dell'inchiostro vecchio, servirà un altro milione di copie per scambio, se il processo di lavaggio risultasse lungo. purtroppo il sistema fallisce in quanto così facendo non sarebbe più possibile utilizzare i rotoli (lunghi normalmente ben 13km) di carta riciclata per stampa offset: il nastro, scorrendo velocissimo tra i rulli inchiostratori, permette di sfornare quattro copie al secondo già piegate ed impacchettate. si ritornerebbe ad una stampa di tipo litografico, ad impatti successivi, ben più lenta e inadatta per un quotidiano.
si potrebbe allora pensare ad un utilizzo su riviste patinate, di diverso formato, come settimanali o mensili: risulterebbe comunque difficile dividere di nuovo tutte le pagine e ristamparle singolarmente. è da vedere poi se sarà possibile produrre inchiostri "simpatici" che abbiano le stesse caratteristiche di quelli normalmente utilizzati, e che rispettino le qualità delle scale colore pantone. attualmente gli inchiostri che si cancellano a tempo danno tutti sul blu/violaceo.
passiamo poi ad altri scenari in cui potrebbe esser utile un inchiostro di questo tipo. pubblicità o segnaletiche di grandi dimensioni su superfici stradali o su palazzi posson esser realizzata con inchiostri lavabili (le semplici tempere) o con videoproiezioni. stampe su tela o teloni di pvc, molto più costosi della carta, richiedono inchiostri simpatici compatibili con la stampa cmyk, ed abbiamo visto che non esistono. non si riescono ad ipotizzare applicazioni nemmeno nel mondo dell'arte: non sembra necessario utilizzare un inchiostro che poi scompaia, e se fosse necessario esistono già tinte invisibili all'occhio umano ma sensibili a radiazione ultravioletta, ad esempio.
un inchiostro simpatico conduttivo, infine, potrebbe trovar applicazione nell'industria elettronica, restando visibile per il tempo necessario al controllo di processo, ma scomparendo qualora fosse necessaria la totale trasparenza del dispositivo. dovrebbe però mantenere le proprietà elettriche, fattore comunque non da poco.
la carta elettronica invece, promettendo un facile aggiornamento delle informazioni visualizzate, una loro adeguata persistenza ed una certa semplicità d'uso, abolirebbe completamente qualsiasi processo di stampa, ed anzi l'utilizzo della carta stessa nei campi di interesse. richiederebbe però sistemi di una certa complessità tecnologica e l'utilizzo di energia elettrica; anche se, paragonando il suo utilizzo ai costi in termini ecologici degli attuali processi di stampa, ridurrebbe di gran lunga l'impatto ambientale di quell'industria dell'informazione che la società attuale sembra chiamare a gran voce.
Già verso la fine del 1400 Leonardo da Vinci aveva dato molta importanza all’utilizzo “dell’inchiostro simpatico“, un derivato dal limone che anche dopo aver scritto i fogli li lasciava completamente bianchi. L'acido citrico, generalmente incolore, in soluzione acquosa può essere ossidato semplicemente scaldandolo. Assume quindi una colorazione bruna, reversibile.
Oggi, dopo più di 600 anni, Xerox ha realizzato uno speciale inchiostro che rimane visibile per sole 24 ore, per poi via via scomparire. Il processo di stampa è del tutto uguale a quello classico: lo speciale miscuglio chimico viene spruzzato attraverso gli ugelli della stampante, in uno speciale foglio giallognolo che risalta i caratteri, per poi scomparire man mano.
L’idea di Xerox non è tanto quella di realizzare documenti alla portata dei film di 007, ma tanto da poter dare la possibilità di risparmiare sui costi di gestione riutilizzando pagine scritte in precedenza. Lo speciale tipo di inchiostro per stampanti scompare dopo 24 ore scompare, facendo sì che i fogli siano riutilizzabili fino a 30 volte.
Il processo di scomparsa del testo sulla pagina è progressivo e comincia subito dopo la stampa , quando i caratteri assumono gradualmente un alone viola scuro per poi diventare ombreggiati e infine scomparire a un giorno di distanza. In realtà, l'inchiostro che scompare non e' un vero e proprio inchiostro: i caratteri stampati sulla pagina sono costituiti da fotocromi, molecole sensibili ai raggi ultravioletti che, impressi su una speciale carta, ritornano gradualmente allo stato iniziale, in cui sono indistinguibili dallo sfondo. I fogli però possono essere riutilizzati anche prima di apparire totalmente bianchi in quanto il processo utilizzato dalla stampante elimina ogni residuo di quanto impresso sul foglio stesso in precedenza.
Uno studio realizzato dalla stessa Xerox evidenzia come il 45% della carta usata negli uffici sia stampata per essere utilizzata una volta sola. Non quindi per essere archiviata, ma per essere gettata via nel giro di qualche ora. L'uso dell'inchiostro che scompare porterebbe così a ridurre drasticamente i circa mille miliardi di fogli stampati gettati nei cestini di tutto il mondo ogni anno. Senza contare il risparmio energetico. Attualmente l'atto di stampare un singolo foglio di carta implica, secondo i ricercatori della Xerox, un consumo medio di circa 200 kj, sufficienti ad alimentare per un'ora una lampadina da 75 w, contro i 110 kj di un foglio usato. Un bel risparmio, anche se bisogna considerare che l'introduzione di questo tipo di macchine potrebbe inizialmente essere costoso per gli uffici, costretti a mantenere una parte delle stampanti tradizionali per realizzare i documenti da archiviare su carta. Con il rischio di ritrovarsi con mucchi di carta bianca negli archivi, se si è scelta la stampante sbagliata.
Anche Toshiba propone un modo nuovo per riciclare la carta in ufficio. Il nuovo tipo di inchiostro, su cui il colosso giapponese sta lavorando da anni, può essere utilizzato per stampare testo e immagini su di un normale foglio di carta e ha la particolarità di poter essere "cancellato" - o, per essere più precisi, reso invisibile - con il giusto apporto di calore.
Insieme ai suoi nuovi toner per stampanti laser, chiamati "e-blue", Toshiba vende un dispositivo che è in grado, dopo pochi minuti di trattamento termico a 140 gradi centigradi, di restituire fogli bianchi e pronti per essere nuovamente stampati. Il produttore giapponese ha anche creato una penna contenente lo stesso inchiostro speciale e utilizzabile per scrivere o evidenziare i documenti stampati con i toner e-blue. "Questa tecnologia - ha affermato Toshiba in un comunicato - consente alle aziende di tagliare gli sprechi dell'ufficio e ridurre i costi di business".
Il produttore sottolinea come in Giappone oltre il 40% dei rifiuti provenienti dagli uffici è composto da carta e che questa, per la sua elevata deperibilità, può in genere essere riciclata solo per il 60%.
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